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224 | Bossolano |
per chiudersi tutto tra i libri; in quella età feconda, in cui preparandosi a entrare quasi in una seconda giovinezza, l’uomo ritrova per breve tempo una parte delle speranze e degli entusiasmi coi quali entrò nella prima. Per molti anni appresso egli si ricordò con vivo piacere di quelle fresche mattinate di Bossolano, quando si levava prima dello spuntar del giorno per mettersi a tavolino, di quelle ore di pace e di libertà assoluta dello spirito, nelle quali pensando di lavorar solo in mezzo al villaggio addormentato, anzi tra milioni d’uomini ancora dormenti, gli pareva di precorrere l’umanità sulla via del lavoro, di guadagnar tempo sulla natura e di duplicare la propria vita: belle ore d’operosità facile, silenziosa, non turbata, ma eccitata dai fantasmi della notte e dell’alba; tra cui gli si presentava con nuova insistenza il viso di Faustina Galli, come un segno misterioso che ei l’avrebbe rivista tra poco. E gli pareva ignobile e assurdo d’avere un giorno cercato l’ebbrezza del bicchiere, invece di quella che beveva ora ogni mattina dai suoi libri e dalle sue speranze! E con l’immaginazione accesa dallo studio, vedendo spuntare e allargarsi all’orizzonte la chiarezza bianca del giorno, pensava con alterezza che anche la sua mente si andava rischiarando a quel modo, e che un giorno forse vi si sarebbe levato il sole.
Quando partì per Torino, dove lo chiamò una lettera del municipio per il venticinque di luglio, tutti gli fecero dei buoni auguri cordiali, e lo salutarono con una espansione che in nessun altro villaggio aveva ritrovata. Bisogna anche dire che molti, per il momento, erano in una buona disposizione d’animo. Il parroco aveva finalmente ottenuto il sussidio per la costruzione del nuovo campanile, e il geometra lavorava con passione al disegno, dicendo che voleva fare una piccola torre di Giotto, un amore di torre, che si sarebbe dovuta far guardare di notte, perchè non se la portassero via. Il sindaco era stato decorato delle insegne dell’ordine della corona d’Italia. L’ispettrice aveva inaugurato un vestito nuovo. E il maestro Delli, di cui il figliuolo maggiore era stato promosso agli esami, aveva ripreso (un gran segno) le sue visite quotidiane all’edifizio scolastico, al quale non man-