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Un grande dolore | 219 |
— Me l’ha scritto.... la signora Beisson — rispose la donna.
— Perchè nascondi la lettera?
La povera madre, che teneva la lettera stretta nel pugno, rispose affollatamente, come una colpevole, senza nemmeno saper più fingere: — Per non addolorarti. Ho già risposto. Non volevo dirti nulla. A che pro? Eran quattro righe. L’ho già bruciata.... davvero.
— Dammela — disse il marito, porgendo la mano.
La signora titubò un momento; e mormorò con una voce di moribonda: — Si tratta d’una cosa.... più grave.
Seguì un minuto di silenzio terribile.
Poi una voce che essa non aveva mai intesa in vita sua risonò nella camera e le mise un freddo di morte nel cuore: — Ha rubato?
La madre ruppe in singhiozzi, coprendosi il viso; il Ratti si slanciò verso il suo collega, e afferrandogli un braccio: — No — gli disse — non ha rubato.... è una leggerezza.... non ti dar pensiero....
Ma la lettera era già nelle mani malferme del maestro, che la leggeva con un’espressione di profonda attenzione, alterandosi in viso a grado a grado, come un padre che, non potendo nè muoversi nè gridare, vedesse un suo figliuolo appuntarsi una pistola alla tempia e premere lentamente il grilletto.... Quando ebbe finito, alzò gli occhi dilatati verso sua moglie, la quale gli si avventò al collo e gli si mise a pianger sul petto dirottamente.
Il marito si sciolse con dolcezza dalle sue braccia, e stette pensando. Un’espressione di stanchezza infinita gli s’era diffusa sul viso, come se fosse in quei pochi minuti invecchiato di vent’anni. Tutt’a un tratto disse: — Parto per Torino.
La moglie gli domandò timidamente, senza osar di guardarlo: — E i danari?
Il Delli non rispose. Il Ratti disse: — Ci penso io.
— Non occorre — gli rispose fermo il collega. — Ti cercherò fra poco, per altro. Grazie, Ratti. — E gli accennò col dito al labbro, che tacesse con tutti. Ma il Ratti, slanciandosi fuori, pensò subito di cercare i denari. Egli non aveva di fondo che un centinaio di lire messe da parte per il viaggio a Torino: gli passò per la mente di ricorrere al geometra, fingendo di