Pagina:De Amicis - Il romanzo d'un maestro, Treves, 1900.djvu/478

216 Bossolano

tentezza: solo gli si chiarì un poco il viso su cui, da qualche giorno, era come un’ombra continua. Ma il Ratti s’accorse che tanto lui quanto sua moglie dovevano aver ancora una pena segreta, oltre a quella della malattia del bambino, poichè, se questo non fosse stato, gli pareva che la madre almeno avrebbe dovuto mostrare più gioia della guarigione. Egli la guardava spesso: ella se n’accorse. Una mattina gli aprì l’animo. Le ultime notizie che avevan del figliuolo Norberto, che studiava all’istituto tecnico di Torino, non eran punto buone: pareva che, da un tempo, si fosse sdato dallo studio; i voti dell’ultimo trimestre erano stati scadenti; le sue lettere brevi, confuse, scritte, si vedeva, per forza, senza sincerità e senz’affetto vero. Essa non riusciva a capire. Era un giovane molto vivo, un po’ facile alla distrazione, e anche leggerino, se si voleva; ma che non aveva mai fatto nessuna scappata grave; aveva sempre studiato e mostrato di capire i doveri che gl’imponeva la vita di sacrifizio che faceva suo padre per lui. Dio ne guardi se si fosse voltato a male quel ragazzo su cui suo padre fondava tante speranze! L’aveva istruito ed educato lui, gli aveva per anni ed anni consacrato tutto il tempo che gli avanzava dalla scuola, fino a scrivergli dei trattatelli di proprio pugno, a preparargli delle decine di quaderni di sunti e di tavole sinottiche per facilitargli gli studi; e oltre a tutto questo, che esempio gli aveva dato! Se non riusciva a bene un giovane educato in quella maniera, da un padre simile, si sarebbe proprio dovuto disperare dell’educazione! Dio buono! e dire che da dieci giorni non rispondeva a una lettera di suo padre, che domandava una risposta immediata! Il Ratti cercò di rassicurarla, con le ragioni d’uso; ma essa non mutò viso. — Che cosa vuole, signor Ratti? — gli disse — ho un cattivo presentimento.

Era una mattina di giovedì, due giorni dopo questo colloquio, quando discese la bimba, col viso alterato, a dire al maestro Ratti che salisse subito da sua madre. Questi salì in quattro salti e trovò nella stanza da desinare la signora che piangeva disperatamente, seduta davanti alla tavola, con una lettera in mano. Il Delli era fuor di casa, il ragazzo era ancora a letto: