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Un grande dolore 215

la malattia di quell’uomo, il cui lavoro era la vita, la cui salute era la forza di tutti, gli fece male all’anima. E quando il medico accertò che era poca cosa, e più quando lo vide alzato, si sentì egli pure come cadere un gran peso dal cuore. Quel poco che aveva fatto per il suo collega, la parte che aveva mostrata di prendere alle ansietà della famiglia, e il suo aspetto e i modi cortesi gli attirarono la più viva simpatia della moglie e dei figliuoli, lo fecero ben volere in quei pochi giorni come un vecchio amico, al quale si potesse dir tutto. Il Delli soltanto, dopo averlo ringraziato con parole cordiali, non mutò modi con lui: restò, come prima, garbato senza espansione, e seguitò a non discorrergli mai d’altro che di cose di scuola, e soltanto quand’egli lo interrogava.

Ed ecco che appena levatosi il padre da letto, s’ammala il figliuoletto di scarlattina, e la malattia subito s’aggrava. Il Ratti ebbe una nuova occasione d’ammirare quella famiglia in cui eran tutti preparati sempre ad affrontare i dolori e i pericoli senza lamenti inutili, nè atto o segno alcuno di debolezza. In casi simili, tutti raddoppiavan d’operosità, agivan tutti rapidamente e d’accordo come gli ordigni d’una macchina, e nella casa, pur così povera, non mancava nessuna delle cento piccole cose che occorrono per una malattia, e che così spesso mancano anche nelle case signorili, dove soverchia il danaro e scarseggia la previdenza. Il Delli non smise di far scuola. La sera, poichè il bimbo lo voleva accanto a sè, egli correggeva i lavori col lapis sulla sponda del suo lettuccio. E commoveva il veder come quel povero ragazzo, anche con la febbre forte che lo bruciava, pareva felice dei segni d’affetto insoliti che gli dava il padre, ordinariamente chiuso, e con che premura, per ingraziarselo sempre più, gli domandava che cosa avesse dato di lavoro quel giorno, che cosa avrebbe spiegato il dì dopo, se non fosse accaduto nulla di nuovo nella classe. Il padre gli faceva cenno di tacere, ed egli obbediva subito, come nella scuola. Un giorno la febbre fu altissima, tutti stettero in trepidazione, nessuno dormì la notte, il Delli lavorò fino all’alba nella stanza da desinare, alzandosi ogni momento per vedere il malato che lo chiamava. Ma la crisi fu superata. Il padre non espresse a parole la sua con-