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186 Bossolano

IN CASA DEL SINDACO.


Gli altri personaggi del paese il maestro finì di conoscerli alle serate del sindaco; alle quali, essendogli stato ripetuto l’invito, si credette in debito d’intervenire. Ci trovò la prima sera la maestrina Riccoli, seduta accanto alla padrona di casa, nell’atteggiamento timido d’una “damigella di compagnia„ entrata in ufficio da poche ore: la sindachessa invitava sempre le maestre per farsene una specie di guardia d’onore letteraria. C’erano altre signore, tutte mature, eccetto la moglie del geometra, ispettrice delle scuole: una brunetta tutta occhi, e senza mento; ma bellina, e piena di pepe; che passava per il bello spirito del comune. Le signore stavano in un angolo della sala grande; gli uomini, parte in questa, parte nel salottino accanto, dove si fumava. Due modesti lumi a petrolio appesi al soffitto rischiaravano modestamente le due stanze modestissime, lasciando nel buio i vari diplomi onorifici del sindaco, attaccati in alto alle pareti; e due volte ogni sera una serva portava in giro in un vassoio dei bicchieri d’una piccolezza lamentevole, con due dita di Marsala, che sapeva di spezieria. Qualche volta il sindaco in persona andava attorno con uno di quei portasigari in forma di tempietti esagonali, di cui s’aprono insieme tutti gli usciolini, girando un bottone di metallo, e offriva dei Cavour agli amici; ma apriva e chiudeva con tale rapidità, che se l’amico non era più che pronto a servirsi, o non ci arrivava in tempo o si facea serrar dentro le dita.


C’erano la prima sera il delegato scolastico, il geometra, l’esattore, ed altri che il Ratti non conosceva; entraron più tardi il parroco ed il medico condotto: un giovanotto d’alta statura, con una bella barba d’oro, che pareva un tedesco. Quando ci furon tutti, s’impegnò una conversazione interminabile sopra una recente votazione del Consiglio, con la quale si deliberava di far eseguire una fognatura lungo “l’asse longitudinale„