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Il grande “crac„ 181

gere le ammende; ma essendoglisi inimicati per questo vari contadini, e avendolo minacciato per le prossime elezioni, egli, per quell’anno, aveva smesso. Aveva poi ricominciato con le ammende l’anno dopo; ma poichè n’era toccata una, per le assenze della sua bimba, a un braconiere, un uomo manesco e temuto, il quale aveva minacciato di cascare una sera in pieno consiglio comunale col coltello alla mano, egli s’era tanto impaurito da non dar più per tutto quell’anno nemmeno delle amorevoli ammonizioni. Ripreso animo ancora una volta l’anno successivo, aveva ricominciato a far multare; e allora, per tutta risposta, gli avevan tagliato i gelsi e le viti nei suoi poderi; il che l’aveva definitivamente persuaso a lasciar correr l’acqua per la sua china. Ora i parenti mandavano i ragazzi a scuola quando loro faceva comodo. C’eran dei monelli che domandavano al maestro il permesso d’andare a far acqua, e facevano acqua per tre mesi, senza che i loro parenti ne avessero la più piccola molestia. Ed era giustizia, diceva l’organista, perchè gli pareva un’odiosa prepotenza quella di togliere a un cittadino anche la innocente libertà d’essere un asino. Del resto, se pure il sindaco avesse voluto multare, c’era quella povera anima del pretore che si sarebbe ben guardato di fare il terribile; perchè, indebitato fino agli occhi con bottegai e contadini per colpa d’una banda di figliuoli che gli mangiavan la carne addosso e gli rattristavan la vita, gli conveniva di non inasprire nessuno: era anzi ridotto al punto che non si lasciava più veder nella piazza, e per prendere un po’ d’aria, faceva, come dicevano in paese, la strada di circonvallazione, sull’imbrunire. E anche i chiodi del pretore e la paura dell’autorità erano, per l’organista, altrettanti segni del grande cataclisma vicino, poichè volevan dire che il mondo attuale era tutto corroso marcio nelle istituzioni e nelle persone, fin nei più miserabili villaggi. — Sicuro, signor maestro, — terminò col dire. — Lei è proprio capitato nel paese dello spago! — E spiegò al Ratti come non solamente il sindaco, ma il delegato e vari altri vivessero con la paura in corpo d’una certa maestra Bargazzi, una mezza matta che avevan mandata via, ma che poteva ricascare da un dì all’altro a Bossolano a fare uno scandalo, non foss’altro