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Post hoc 173

parve che mai più sarebbe potuto ritornar quello di prima, che una invincibile ripugnanza avrebbe rattenuto per sempre la sua mano dalla carezza e la parola dell’affetto nella sua bocca. E in questo tristo sentimento durò lungo tempo. La sola cosa che gli riusci di conforto in questa tristezza fu il ricordo d’un atto affettuoso e comico insieme della sua guardia campestre; la quale, la mattina successiva all’avvenimento, rientrando in camera già informata d’ogni cosa, e indovinando che il maestro doveva essere oppresso dal dispiacere, per rassicurarlo ch’egli non credeva a nulla, aveva avuto l’idea gentile di fargli dire dal figliuolo a traverso al buco della serratura: — Buon giorno, signor maestro! Stia allegro! — e poi aveva soggiunto forte: — Il signor delegato ha 59 anni; ieri era il 13; lo schiaffo fa 81: giocherò un franco sul terno secco.