Pagina:De Amicis - Il romanzo d'un maestro, Treves, 1900.djvu/433


Tempesta 171

mio, tutto è cambiato intorno a me.... E lei lo deve sapere.... Io faccio il mio dovere con coscienza, l’ho sempre fatto.... con coscienza e con cuore. Ma c’è qualcuno che lavora contro di me di sottomano.... I miei scolari che m’han sempre rispettato.... non son più quelli di prima. Che cosa mi si rimprovera? In che cosa ho mancato? Qui c’è un malinteso, una calunnia. Ho diritto di sapere, di difendermi. Da galantuomo a galantuomo. Parli lei. Son qui pronto.

Il sindaco parve impicciato. Ma a quella domanda non si poteva scappare.

Si grattò la fronte con la grossa mano nodosa, e rispose, guardando il maestro nel petto: — Non c’è calunnie.... si calmi. Solamente.... io gliel’ho detto più d’una volta. Con gli scolari ci vorrebbe più severità, più.... che so io? Lei va troppo con le morbide. Ecco la mia idea. Quanto a me.... non ci sarebbe altro. Ma infine....

Ma infine, — rispose il maestro, più alterato: — è impossibile che non ci sia altro. Io insegno, educo come mi detta il cuore e la coscienza. Si deve badare ai risultati. La mia classe è sempre stata disciplinata. Me ne appello a tutto il paese. Se non fosse che la troppa bontà, i ragazzi non m’avrebbero perso il rispetto. C è altro. C’è una calunnia. La dica!

Il sindaco scrollò una spalla, come un uomo infastidito, che non avesse colpa nell’affare spinoso di cui si trattava; e si voltò verso il delegato con un atto d’impazienza, come per dirgli che toccava a lui a cavarsela.

— Sì, signor sindaco — ripetè il maestro, a voce alta — c’è qualche tristo soggetto che mi discredita!

E fissò il delegato.

Questi, punto finalmente nel vivo, voltò verso il maestro la faccia livida, e gli disse balbettando, rabbioso, con l’accento di chi dice la parola che spiega tutto: — Lei ca.... carezza troppo i ragazzi!

— Che cosa intende di dire? — domandò il maestro, impallidendo.

— Lei m’ha capito! — rispose l’altro.

Il maestro stette un momento lì, come impietrito; poi calò sulla faccia del delegato un potentissimo schiaffo che gli mandò per aria la papalina, gli oc-