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156 Il secondo anno a Camina

Io l’anno passato ho detto roba da chiodi al governo! Il brigadiere dei carabinieri era verde. — Poi, cambiando tuono, disse con un sogghigno: — A proposito. T’ho visto con la moglie del delegato. Sta in guardia, camerata. Quella lì ha un debole particolare per i “pionieri della civiltà.„ Il tuo predecessore ha avuto dei grattacapi per questo. E anche quello prima di lui. Il marito è geloso come un turco di tutta quanta la classe. A vedere un maestro, gli par di sentirsi spuntar le corna dal cranio. — Il Ratti rise. — Sta in guardia, — gli ripetè l’altro, allontanandosi.


LAVORI D’APPROCCIO.


Il giovine non ci pensò più. La sua classe, con sua grande soddisfazione, fu levata dal teatro, ma, pur troppo, non per andare a star molto meglio; fu trasferta in una stanza a terreno della casa d’un vecchio medico militare pensionato, il quale doveva attraversar la scuola per recarsi in un camerino, dove passava tre quarti della giornata a impagliare animali: così che di tratto in tratto, mentre il maestro spiegava, quegli s’affacciava all’uscio, dicendo: — Con permesso, signori! — e passava con qualche uccello o quadrupede in mano, che divagava la scolaresca. Nondimeno, il giovane preferiva quella specie di stanza da locanda ben rischiarata a quella gran baracca oscura di teatro, dove gli era parso sempre di recitare. Ma, con suo rammarico, quello che gli aveva predetto il collega non tardò ad avverarsi. La moglie del delegato venne un giorno, all’ora dell’uscita, a chiedergli notizie del figliuolo, e vi tornò, con vari pretesti, ora per aver schiarimenti intorno al lavoro, ora per domandar consigli intorno ai libri di lettura da comperare o riguardo al proseguimento degli studi. E ogni volta accompagnava il maestro per un buon tratto di strada. Ma il discorso cambiava ben presto d’argomento. Essa discorreva della bellezza della campagna, della malinconia che le mettevano certe giornate grigie; gli domandava se non lo rattristasse la