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I martiri della ginnastica 137

fari del comune a un tal punto, che un capo ragioniere mandato dal sotto-prefetto a fare un’ispezione aveva trovato l’uffizio comunale in uno stato deplorevole, gli archivi in disordine, mancanti gl’inventari, i registri di contabilità sottosopra, e perduto persino il sussidio governativo per una nuova strada, per non esser state fatte in tempo le pratiche necessarie. Per questo il sindaco era andato giù, e n’era venuto un altro, tutto carne e pelle col parroco, il quale era diventato il vero re del paese. Il Ratti domandò notizie del segretario. Il segretario era scappato appena caduto il sindaco, lasciando pien di chiodi il paese e desolata la maestrina; la quale aveva finito, nonostante il voto fatto a innamorarsi di lui, tanto che alla prima notizia della fuga, s’era chiusa in camera, dando a sospettare che si volesse asfissiar col carbone; ma il padre e i vicini, sfondata la porta, l’avevan trovata che copiava in bella una poesia. Siccome poi, in quell’anno, compiva i ventinove, così tutti stavano aspettando che, giusta il suo proposito, pubblicasse le cose proprie; essa diceva che aveva tutto in pronto, e che voleva dedicar le sue opere alla regina di Portogallo. — E sa, — concluse la Strinati, accomiatandosi; — le scuole son sempre nel medesimo stato. Non c’è che qualche vetro rotto di più.


Ma le notizie che più gli premevano eran quelle d’Altarana. La prima volta che potè afferrare la maestra Falbrizio, la tirò in disparte e le domandò premurosamente della maestra Galli. — Guardi un po’! — le rispose quella, fissandolo coi suoi occhi maliziosi. — Io avrei creduto che m’avrebbe domandato prima di un’altra persona! — Alla maestra Galli era morto il padre lo scorso inverno, dopo ch’essa aveva passato venti notti al suo capezzale, senza svestirsi. E non si poteva dire quanto fosse stata addolorata da quella disgrazia.... Fin troppo. — Alle volte, — disse per spiegare il suo pensiero, — queste maestre belle e giovani si disperano anche un poco.... per fare come leggon nei libri. Oh! non voglio mica dire, — s’affrettò a soggiungere, osservando il viso del giovane, — che il suo dolore non fosse sincero.... Tanto più che il sindaco non le volle dare che tre giorni di permesso, e