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La Via Crucis della maestrina 119

che era parsa superlativamente faceta. E fra le signore era la più accanita contro di lei la moglie del delegato, a cagione d’un appunto ch’essa le aveva fatto sulla maniera di pronunziare la doppia zeta. Avvertendo in confuso la canzonatura, la maestra non capì bene, come accade a chi pecca d’affettazione, quali suoi difetti particolari volessero ferire; ma rimase nondimeno turbata profondamente, e mentre aveva creduto fino allora d’aver tanti amici, si sentì ad un tratto in una solitudine, che la sgomentò. Un’amica naturale le sarebbe rimasta, ed era la maestra Pedani; ma questa, avendo indovinato in lei un’indole sentimentale affatto opposta alla sua, la sfuggiva, tanto più dopo aver risaputo che la sua collega, che stava troppo sulle eleganze e sui convenevoli, s’era mostrata stupita ch’essa le avesse fatta la visita d’obbligo coi guanti di filo, mentre la convenienza avrebbe richiesto i guanti di pelle. Trovandosi sola e avvilita nel paese, senza poter sfogar con alcuno la sua amarezza, poichè la zia non era che l’ombra di lei, ella si sentì spinta da un sentimento amichevole verso quel maestro giovane, dagli occhi buoni e dai modi cortesi, a cui non aveva badato per l’innanzi; e prese a scambiar qualche parola con lui, quando s’incontravano. Il maestro n’ebbe un’impressione sgradevole da principio, poichè la terza volta che si parlarono, essa gli rifilò un sonetto da giudicare. Ma poi, al vederla diventata così seria dopo che s’era accorta del mal animo della gente, e più anche al riconoscere che sotto a quella falsa doratura letteraria non mancavano nè la bontà nè l’ingegno, la prese in simpatia, e la difese una sera al caffé contro le canzonature di un crocchio di buontemponi, dicendo loro che spingevano le cose tropp’oltre, e ch’eran gente senza cuore. Essa lo riseppe, e incontratolo il giorno dopo per la strada, gli s’accompagnò senza timore dei curiosi, e sfogò l’animo suo lì per lì, parlando con la gola stretta, rapidamente: — Insomma, signor Ratti, mi dica lei: che cos’ha la gente contro di me? C’è qualche cosa che non capisco. Io non ho offeso nessuno. Si direbbe che m’odiano.... che so io? che ridon di me. Lei lo deve sapere. Cosa dicono? Mi dica la verità. Io non posso vivere in questa maniera. —

Il giovane n’ebbe pietà, e quel dolore sincero espresso