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Il parroco conciliativo | 89 |
IL PARROCO CONCILIATIVO.
Anche il maestro Ratti, quando gli arrivarono all’orecchio quei discorsi, che lo mossero a pietà per la povera vittima predestinata, fu preso insieme da una viva curiosità di vederla e dal pensiero caritatevole d’avvertirla prima d’ogni altro di quello che l’aspettava. Pensava a lei appunto, la mattina del terzo giorno, mettendo il piede sul primo scalino della casa del parroco soprintendente, al quale andava a far visita; quando sentì prima un fruscio di gonnelle e poi vide apparire in capo alla scala e scender verso di lui una signora con dei libri in mano, che lo fece restar lì, come incantato. — È la nuova maestra — pensò. E provò vivissima quella trepidazione piacevole che dà l’incontro d’una bella donna sola su per una scala stretta, specie se ella vien giù, e la sua posizione accresce all’occhio la statura e scopre il piede. Ma ebbe appena il tempo di guardarla che quella venne giù rapidissimamente, tanto che quasi egli non vide la fisonomia, ma solo un corpo di donna ammirabile, assai più alta di lui,
larga di spalle e stretta di cintura,
stringata nel vestito come un’amazzone; uno di quei bei corpi possenti e agili, di cui, a primo aspetto, l’occhio non cerca il viso. L’apparizione fu così subitanea e la discesa così precipitosa ch’egli neppur trovò modo di salutarla. E continuò a salire più lentamente, pensando con stupore allo strano disaccordo che v’era tra quella superba persona e quell’articoluccio lezioso.
E ci pensava ancora discorrendo col parroco, ch’egli trovò in una stanza piccolissima, seduto davanti a un grande tavolo che la occupava mezza; sopra il quale erano sparsi in disordine fogli, libri, gomitoli di filo, l’Unità cattolica e la Piemontese, ferri da calza e ritagli di stoffa della serva. Il maestro entrò subito nel