convitto dai florilegi poetici e dai cattivi romanzi morali, tingendo del suo falso colore anche i loro affetti più schietti, e non solamente le manifestazioni, ma le sorgenti stesse del loro pensiero. S’aggiunga ancora che nell’articolo, benchè si parlasse d’un villaggio immaginario, che doveva essere un paradiso, c’era il vecchio luogo comune della maestra “messaggiera di civiltà e di gentilezza„; che faceva innocentemente sottintendere “in un paese che n’aveva bisogno.„ E per colmo di disgrazia, c’era dentro al giornale un foglio volante, che conteneva in altrettanti medaglioni i ritratti in litografia dei collaboratori e delle collaboratrici; fra i quali, sfigurato, anche il suo. In tutto questo la malignità burlona del villaggio trovò un pascolo saporitissimo e inesauribile. La maestra fu battezzata subito “la letterata.„ I giornali girarono per cento mani, passando dalle botteghe e dai caffè nei salotti seminudi, ornati di oleografie e di lavori all’uncinetto, e ogni periodo della scrittrice fu sforacchiato come un cuscinetto di spilli, in special modo dalle signore; alcune delle quali, che si piccavano di letteratura, trovarono nell’articolo delle imitazioni evidenti di scrittori conosciuti, ed anche delle frasi copiate. Era dunque una grande scrittrice questa signorina Gamelli, e, poveretta, si sarebbe trovata nel loro villaggio come trapiantata in un terreno arido, che avrebbe fatto languire il fiore del suo ingegno. E così dicendo, credevano davvero che quella cattiva retorica fosse indizio di un animo vano, affettato e orgoglioso; mentre non v’era sotto, invece, che qualche difetto forse leggerissimo, ingrandito e sformato soltanto dallo specchio vizioso dello stile. Sfogata che si fu la critica per tutti i versi, l’articolo diventò un semplice argomento di celia, che si ripresentava come un ritornello in tutte le conversazioni. I belli umori, incontrandosi per la strada, discorrendo con le signore, uscivano a dire tutt’a un tratto: — Chi è quella soave fanciulla...? — Una vasta rete di ridicolo era già tesa e pronta ad acchiappar la signorina appena fosse arrivata. Molti, nel passar davanti alla casa dove ella aveva già fissato per lettera un quartierino, alzavan gli occhi alle persiane, sorridendo.