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72 In monastero

frutta più scadenti, prima che si buttassero via; che pregavano quasi tutto il tempo del pasto, e mangiavan poi quel poco in furia, al momento d’alzarsi, per non sentire il sapore; ce n’era che avevano il viso tutto butterato dalle zanzàre, perchè non tendevan la zanzariera di notte, per soffrire. E con tutto questo, studiavano tutte, non solo con un impegno che l’aveva maravigliata, ma con un’ambizione di distinguersi, ch’ella non capiva come potesse andar d’accordo col disprezzo delle vanità umane che la religione comanda, con quello stesso sentimento d’umiltà che in ogni altra cosa esse mostravano. La Madre medesima, già vicina ai cinquant’anni, una donna di forme statuarie, con due occhi bellissimi, che s’imponeva le penitenze più aspre, e ne soffriva a segno da cader qualche volta a terra convulsa ed urlante, non riusciva a nasconder l’ambizione d’essere ammirata per il suo ingegno e per la sua cultura. E non solamente per questo. Ella non avrebbe giurato che non c’entrasse un certo studio nelle pieghe artistiche della sua tonaca e negli atteggiamenti sempre nobili in cui si mostrava. Povera Madre! E questa pure le si era affezionata, e faceva spesso con lei, passeggiando, delle lunghe conversazioni, e anche le dava il braccio; ma dicendole a bassa voce: — Si tenga alla manica.

— Insomma — disse il Ratti — ti ci sei divertita.

— Ah non lo dire! — rispose la cugina. — Ero triste. — Quasi tutte eran tristi. Anche le più sinceramente religiose dicevan troppo spesso ch’eran contente, da potersi credere che dicessero la verità. Avevano sette ore al giorno di preghiera obbligatoria, e il venerdì pregavano con le braccia aperte in croce. Molte eran malaticce, e per guarire mettevano nella minestra delle piccolissime fotografie del cuore di Gesù, che inghiottivano. La monotonia di quella vita le logorava, tanto che, vinte le prime ripugnanze, finiron con benedire anche la ginnastica che variava un poco la loro giornata. Eran ridotte a tal punto di noia, che aspettavano ogni anno con grande impazienza gli esercizi spirituali, perchè ogni volta veniva di fuori un sacerdote nuovo a confessarle, e fin da tre mesi prima non parlavan d’altro, illuminandosi in viso, come se aspettasi seroFonte/commento: errore anche in ed. 1890 la discesa d’un dio. Il più grande avvenimento