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L’ultimo anno ad Altarana |
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Samis, ed essendo corsa la notizia ch’egli avesse parlato col Provveditore, molti, anche dei suoi nemici, gli si fecero attorno con viso ridente, per cavargli il verme dal naso. Ma egli dichiarò a tutti ch’era al buio di ogni cosa. Col maestro Ratti, peraltro, anche perchè sapeva che se ne sarebbe andato tra poco, s’aperse. Era vero; aveva parlato col Provveditore, per vedere se ci fosse modo di coprire lo scandalo alla meglio, senza rovinar la ragazza. Ma non c’era che il modo solito. La maestra non sarebbe più ritornata al paese, e, secondo l’usanza, l’avrebbero mandata a respirare dell’aria lontana, in un’isola, o all’estremità dello stivale. Ma la maraviglia e la curiosità smaniosa della gente lo stomacavano. Fra quelli ch’eran andati ad ossequiarlo per scoprir terreno, v’era certo qualcheduno di coloro che, mese per mese, avevano ragguagliato il Provveditore dei progressi.... della cosa. Poichè accadeva sempre così, nei villaggi: ogni concezione di maestra era notificata con lettera anonima all’Autorità scolastica di Torino, non solamente prima che diventasse visibile, ma non appena si potesse ritenere che fosse possibile, e non una, ma dieci volte, a intervalli quasi regolari, con un zelo da confidenti pagati dalla Questura. Tartufi birbaccioni! E facevan le maraviglie! Non era ancora arrivata in paese la vittima predestinata, che accorrevano in dieci a circuirla, a insidiarla, a riscalducciarle il sangue e la testa con l’arti più ipocrite e con le tentazioni più sfacciate, a farle comprendere in cento maniere che ad essere onesta o a non essere avrebbe perduto egualmente la riputazione; e poi, quando il fatto sollecitato, preveduto, strombazzato prima che accadesse, accadeva, gridavano tutti allo scandalo, e se la pigliavano, come quel maiale del Sindaco, contro le maestre che portano l’immoralità nei paesi. Ma era come portar del guano al Perù. Che laida gente, perdio! — La conclusione fu che venne da Torino una vecchia maestra a sostituire la Vetti agli esami, e che quando il Ratti partì, della Vetti non si sapeva nulla ancora, eccetto che era stata vista a braccetto con un’amica in piazza Castello, assai rotonda e un po’ pallida, ma con un certo sorrisetto di civetteria pudibonda, che mostrava un animo tranquillo; cosa che, con rammarico generale, dava credito alla voce di matrimonio diffusa dalla Falbrizio,