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Uno scandalo 65

accadde nel paese una quindicina di giorni avanti gli esami. La maestrina Vetti fu chiamata a Torino dal Provveditore, e si sparse ad un tempo la voce che la cagione della chiamata fosse questa: che nella scuola delle Case Rosse assistesse da varie settimane alle lezioni uno scolaretto o una scolaretta invisibile, la quale non era nell’elenco degl’inscritti. La cosa, veramente, si diceva da un pezzo: c’erano molti curiosi che, da due anni, ogni volta che incontravano la maestrina, le pigliavan cogli occhi la misura della vita, e andavano ripetendo, con un sogghigno, che ingrassava. Ma appunto perchè si diceva sempre, nessuno ci badava più, e ci voleva la chiamata del Provveditore perchè la notizia fosse creduta. E fu una maraviglia, un chiacchierio interminabile, come se il caso fosse seguito contro tutte le previsioni, e quasi per virtù dello Spirito Santo. Diavolo! Si vedeva, dunque? E da quanto tempo? E chi era stato? Era un disonore per il paese. Alcuni fecero una passeggiata apposta alle Case Rosse per chiedere informazioni. Tutti affermavano d’aver indovinato il pondo ascoso da vari mesi. E i sospetti della maggior parte caddero sul maestro d’Azzorno. Ma la maestra Falbrizio, che andava in giro pel paese in tutti i ritagli di tempo, smentiva ad ogni uscio quella supposizione, affermando con certezza assoluta che fin dal principio dell’anno scolastico nessuno aveva più visto il maestro nei dintorni delle Case Rosse: ella sapeva, d’altra parte, che c’era stata una rottura completa. Sviati da quello, i sospetti ricaddero sul negoziante di legna, sul sindaco, sul pretore, e perfino su quel romito selvatico del Parroco, che non s’era mai visto in quei paraggi, ma che dicevano v’andasse di notte, travestito. Per far andare in bestia la levatrice dicevan pure che il seduttore doveva essere stato il maestro Calvi. Il fatto era che parecchi, udendo parlare del caso, facevano un sorriso vanaglorioso, e affettavano di voler cambiare discorso. La Falbrizio, per conto suo, inclinava a credere che fosse il negoziante di legna; metteva anzi in giro la voce d’un matrimonio probabile, la quale era accolta con incredulità dispettosa, spiacendo a tutti che lo scandalo fosse troncato così presto e così onestamente. Frattanto la maestrina non ritornava e nessuno ne sapeva nulla. Arrivò in quei giorni l’avvocato