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Nuove vicende dell’ex granatiere | 61 |
prepararono delle nuove. Nientedimeno, tirarono a farmi patire la fame. Un trimestre non mi pagarono lo stipendio: il cassiere, che è un salumaio, mi disse che non aveva fondi. E fui costretto a farmi scontare il mandato dalla Banca Agricola del Circondario, perdendoci il dieci per cento. Un altro trimestre aggiunsero ancora l’impertinenza alla bricconeria: quel salumaio ladrone ebbe la faccia di dirmi che non aveva neppure allora un soldo in cassa, ma che se volevo pagarmi in salacca, baccalà od altro, mi servissi pure liberamente nella sua bottega. Capisci? Io gli risposi che sarei morto affamato piuttosto d’appestarmi lo stomaco con le sue droghe, e minacciandolo di fare un ricorso alla Prefettura, lo costrinsi a rigettare i quattrini. Ma allora a che cosa ricorsero? Pagarono un malvivente briccone del paese perchè stesse in vicinanza della scuola mentre io facevo lezione, e ripetesse le ultime parole d’ogni mio periodo, come l’eco, per far ridere i ragazzi, e rendermi impossibile di proseguire. Ti puoi figurare che cosa accadde quando me n’accorsi: saltai fuori della scuola come un leone. Ma per un pezzo non mi riuscì d’agguantarlo: ora la voce veniva dalla strada, ora da una finestra, una volta dal vicolo accanto, un’altra volta non so di dove: qualche malfattore del vicinato lo doveva ricettare in casa sua: se la svignava sempre in tempo. Mi son roso i pugni inutilmente per quattro giorni, che credevo di ammalarmi del fegato. Ma una mattina, essendomi appostato di sbieco alla finestra, vidi l’ombra dell’uomo sul ciottolato della strada, e usai l’astuzia di passar per la finestra stessa invece che per l’uscio, dimodochè gli cascai davanti proprio nel momento che ripeteva la mia ultima parola. L’assassino se la diede a gambe ed io, furioso, dietro, senza cappello; ma andava come uno scappato dal carcere, ed io sempre alle sue calcagna; egli svoltò, io svoltai; e avanti da una strada in un’altra, fin che lo raggiunsi fuor del paese, e glie ne diedi un tal carico davanti e di dietro, di sopra e di sotto, con relativo commento verbale, che nessuno lo vide più per quindici giorni.„
La lettera continuava dicendo come i suoi nemici eran ricorsi al solito mezzo perfido di aizzargli contro i ragazzi, e faceva una descrizione abbominevole della