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52 | L’ultimo anno ad Altarana |
voce d’un ragazzo cresciuto fra l’aia e la stalla; ma pareva al maestro che ne perdesse uno ogni giorno. Riguardo a lui soltanto era sempre eguale: rispettoso, senza espressione alcuna di benevolenza. Gli diceva buon giorno entrando e buon giorno uscendo, lo interrogava alla svelta in un dubbio, e nient’altro. Curioso di scandagliarlo più addentro, egli provò, scherzando, a dargli un tocco intorno alla sua antica passione per la maestrina, e s’aspettava di vederlo arrossire come quel tal giorno in iscuola. Ma il ragazzo non arrossì; non fece che scrollare una spalla, con un sorriso, in atto di dire ch’eran sciocchezze, a cui non pensava più. Gli domandò un giorno se non temesse di stancarsi, col tempo, della carriera degli studi, che presentavano tante difficoltà e richiedevano tante fatiche; ed egli scrollò il capo in atto di negazione. — Non ti rincresce di lasciare i tuoi parenti? — gli domandò. Ed egli rispose: — Sono contenti, — come se la cosa riguardasse loro soli. — Eppure — gli disse il maestro, per provarlo — un giorno ti pentirai d’aver cambiato strada, e tornerai a fare il contadino. — E il ragazzo rispose con accento aspro e secco: — Mai! mai! — sorridendo di compatimento per l’assurdità della supposizione. E nel dar queste risposte alzava il capo e fissava gli occhi dilatati sull’orizzonte lontanissimo della pianura, come ad un campo di battaglia, di cui sentisse in confuso le cannonate, e lo rallegrasse l’immagine.
Questo piccolo personaggio gli servì di distrazione gradevole per un mese, in fin del quale egli fu molto contento di poter dire all’avvocato che il suo protetto aveva fatto dei progressi ammirabili. Glielo disse nella villa, a tavola, in presenza dei commensali soliti, il giorno prima della sua partenza per Torino, e s’avvide di fargli molto piacere, tanto più perchè gli amici lo andavano canzonando da un pezzo per quella strana idea di voler fabbricare un grand’uomo di più con della farina da polenta, mentre ce n’era già un così gran numero di stucco nel mondo cittadino, che si vendevano a peso. E l’avvocato s’attaccò al giudizio del maestro per rimpolpettarli, e far l’ultima sua tirata della stagione. Sì, essi potevano ridere fin che i ragazzi come quello erano un’eccezione, in quanto era eccezionale che un ragazzo della campagna o dell’officina potesse pren-