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22 Garasco

il segretario, battendole una mano sulla spalla, carezzevolmente. — Ma se par possibile che un modello di maestra come la signora Strinati, stimata e riverita da tutti, si faccia cattivo sangue per queste miserie!

— Oh sa, — ribattè quella, — a me il burro non mi si attacca, — e salutato con garbo il maestro, tornò fra le sue galline, senza rispondere al saluto dell’altro.


Per non aver a dare spiegazioni su quell’argomento, il segretario infilò subito la porta di casa del parroco, che era lì davanti, di fianco alla chiesa. A mezza scala si soffermò e disse al maestro, strizzando un occhio: — Veda d’ingraziarsi la Perpetua che è stata dieci anni col soprintendente.... da giovane; e — soggiunse sorridendo: — che aspira a diventare ispettrice.... — Il parroco era un vecchio più che ottantenne, curvo come una mezza luna, che stentava a staccare il mento dal petto, e che mostrava nel viso rugoso e disfatto, sotto l’espressione d’una estrema stanchezza, una grande bontà, un animo che doveva aver sempre ripugnato dagli intrighi e dalle lotte. Non sapendo che cosa dire al giovane maestro gli domandò quant’anni aveva, come a un fanciullo, e la data della morte dei suoi parenti, e l’età dei fratelli, approvando col capo le sue risposte, come se fossero giudizi sensati. Poi parlò a lungo, e con molta dolcezza, al segretario, d’un tafferuglio nato la domenica avanti a una festa dell’asilo infantile, perchè le monache avevano spogliate le bimbe vestite bene per vestire con garbo quelle che dovevano recitare dei versi, e scusò insieme le monache e le mamme che erano andate sulle furie. E non occorse altro al maestro per accertarsi che da quel buon ministro di Dio non gli sarebbero mai venute nè noie nè difficoltà di nessuna specie. Sentì invece una vaga inquietudine alla vista della sua Perpetua, una spilungona di sessant’anni, piallata come una tavola, che gli stava ritta accanto, con una mano sur un fianco, in atteggiamento di padrona. Aveva inteso dire di serve di parroci che pretendevano di mettere il naso negli affari della scuola, e quella faccia risecchita di beghina battagliera, che lo guardava con due occhi scrutatori, gli pareva che dovess’essere una di quelle. Quando furon nella strada, egli vide il suo becco alla finestra. Senza dubbio, s’era