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Una sorpresa 37

sul suo braccio, aprendo così ingenuamente la sua bocca carnosa di bimba lattante, che fu un punto solo per lui notar che aveva un molare impiombato, veder ballare il padiglione, e sentir nel buio la dolcezza indicibile del suo labbro inferiore, ch’egli aveva stretto fra i denti. Udì bene in quello scombussolìo d’ogni cosa una vigorosa esclamazione: — Maestvo! — ma era più di maraviglia che d’ira, e arrivava tardi.

Son cose, dunque, che accadono anche ai “paria dell’alfabeto?„ Questo fu il suo primo pensiero, post deinde. E la condizione in cui rimanevano l’uno rispetto all’altro dopo quell’abboccamento, parve a lui, novizio, così strana, che uscendo dal padiglione guardò furtivamente la signora con grande curiosità, quasi aspettandosi di vedere un’altra persona. Ma no, aveva il viso di prima, un po’ più animato soltanto, come se avesse fatto il giro del giardino di corsa; e guardava intorno con gli occhi socchiusi, se non ci fosse nessuno. Ah destino! C’era al cancello la maestra Falbrizio, stata spinta lì dalla curiosità irrefranabile di sapere come fosse andata a finire la cosa, e venuta col pretesto di portare una carta di spilli alla cameriera. La signora le andò incontro con disinvoltura, e il giovane ricompose il viso alla meglio; ma vide lo sguardo della maestra fissarsi scintillando sotto il suo mento, e tastandosi subito la cravattina di seta nera, ci trovò il nodo disfatto. Maledizione! — Signor Ratti, — gli disse quella, con un sorriso diabolico, — sa che è morto d’un accidente il sindaco d’Azzorno? Ha portato ora la notizia il catastaro. — Ma gli importava assai del sindaco e del suo accidente! Per tutta quella sera l’immagine di quella cravatta nera snodata si distese come una striscia di lutto a traverso al suo ricordo color di rosa, e gli pareva di vedervi scritta su una minaccia indeterminata, che non gli riusciva bene di leggere, ma che per questo lo teneva più inquieto. Soltanto il giorno dopo, il ricordo gli si riaffacciò senza macchia, più vivo e più ridente che la sera innanzi, e lo risospinse alla villa, curioso, impaziente, palpitante, risoluto, come il ladro che va a veder nel nascondiglio se c’è ancora il tesoro che ha rubato. Al cancello del giardino s’arrestò, peritoso, vedendo il giardiniere. — La signora?... — La risposta fu un colpo