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In casa Samis | 27 |
Con questa immagine funerea si levarono da tavola; ma era così bello il giardino fiorito che si stendeva davanti alla villa, dominato da una torre rossa e da un altissimo pino, e si godeva di lassù una vista così splendida del torrente, dei boschi e delle montagne spiccanti in bianco rosato sul cielo terso, che si riattaccarono subito i discorsi allegri. La comitiva si sparse per il giardino. Il maestro fu chiamato dalla padrona di casa nella stanzina a terreno della torre, dove trovò la signora invitata, la quale, al suo apparire, mandò i ragazzi a giocare di fuori. La signora Samis gli aveva da fare in nome della sua amica, la signora Ribbani, una preghiera che pareva le spiacesse di fargli in quel momento.
— Non sarebbe il momento, — disse in fatti; — ma il signor Ratti perdonerà.
Si trattava d’una lezione privata. La signora Ribbani avrebbe desiderato che il maestro Ratti facesse un po’ di ripetizione, durante le vacanze, al suo ragazzo, il quale ai Santi doveva dar gli esami di riparazione, essendo stato rimandato agli esami di promozione dalla 3ª alla 4ª elementare, nelle scuole municipali di Torino.
Il maestro si mostrò esitante, dicendo che nell’agosto e nel settembre doveva, per desiderio del sindaco, fare un corso di ripetizione ai rimandati della sua classe.
Ma la giovane signora insistette, lo pregò di far quel favore al suo Oscar. Non pronunziava l’erre; faceva invece un verso di pappagallo: Oscao, Si trattava d’una cosa di poco: un’oretta, tre volte la settimana: non c’era che da rinfrancare un poco il ragazzo nell’aitmetica, perchè era stato rimandato soltanto nell’aitmetica. — E poi, — disse — è un ragazzo così pieno di buona volontà, è tanto quieto e docile, che le farà far poca fatica.
— Andiamo, — disse gentilmente la signora Samis al maestro, — lei può far questo piacere alla signora.
— Avrei potuto chiamare, — disse questa, — la maestra Falbrizio, che l’anno passato diede qualche lezione alla bambina; ma lei capirà, per un ragazzo, una maestra non sa abbastanza. — E soggiunse premurosamente: — Quanto al compenso io non bado a prezzo.