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24 | L’ultimo anno ad Altarana |
senza libri, con una famiglia a cui provvedere, dovendo lesinare il centesimo per vivere, e anche osteggiati, e non avendo nessuna speranza di migliorare il loro stato, studiano e progrediscono di continuo, per la sola forza della passione ardente e disinteressata che hanno per il loro ufficio. Tutti gli ispettori ne trovano. Vada un po’ a informarsi, signor avvocato. Troverà dei maestri sconosciuti, la cui vita si potrebbe scrivere a caratteri d’oro nei libri d’educazione, e che farebbe arrossire molti professori illustri che guadagnan più biglietti da cento di quante lezioni fanno nell’annata, e che si servon della cattedra come il saltimbanco del palco davanti alla baracca, e la baracca per loro è la letteratura e la scienza....
Qui alcuni commensali si scambiarono uno sguardo, pensando a quella tal fabbrica a vapore di libri scolastici, e l’avvocato scrollò una spalla. — Codesti son gli eroi, — esclamò — e gli eroi, in un paese, non contano; sono come i quaterni secchi guadagnati al lotto, che non fanno ricca una nazione. Son troppo rari. Tant’è vero che quando se ne scopre uno, gli si fa una statua.
— Non son tanto rari gli ottimi maestri, — riprese il professore, tenace a difendere la classe ch’era lo strumento della sua fortuna. E accennando il maestro Ratti: — Io non voglio — disse — accennare i presenti....
La giovane signora, al veder gli altri sorridere, credendo a una celia, diede in una risata, esclamando: — Ah! è graziosa!
Ma il professore fu interrotto da vari commensali, che gli domandaron conto della sua gita scolastica nella valle vicina, e dovette volger subito il discorso al faceto riparlando d’un certo originale di maestro che aveva accettato di far scuola in una piccolissima borgata, per due o trecento lire l’anno, col patto espresso di non dover tener registri, perchè non ne avrebbe saputo levare le gambe. Costui, nelle giornate di sole, metteva a sedere i suoi pochi scolari sopra un carro, sul quale aveva posto delle assi, appoggiate alle due sponde, che facevan da banchi; e siccome possedeva un piccolo tratto di terreno, s’era fabbricato a suo profitto una speciale teoria educativa, fondandosi sopra una massima dal Pestalozzi, inter-