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Uno scontro 243

li trattò di bugiardi e di canaglie: poi li interrogò ad uno ad uno, per scoprire il colpevole. Quando si trovò in faccia al figliuolo del liquorista, questi fece quel tal movimento della pelle del cranio, che destò una risata generale. Allora egli non ci vide più, e afferrato il ragazzo per la cravatta lo tirò fuori del banco: la cravatta gli rimase in mano. Quell’atto rimise un po’ di quiete nella classe. Il maestro si ricompose, fece cancellar la bottiglia, e incominciò la lezione, credendo che tutto fosse finito.

La mattina dopo, mentre egli stava dettando, comparve in iscuola l’assessore liquorista.

Il giovane credette che venisse per rimproverarlo del mal tratto usato al figliuolo, ed essendo quella mattina straordinariamente eccitato, si dispose a rimpolpettarlo a dovere.

L’assessore, però, non aprì bocca a quel proposito.

Appena entrato, si piantò in faccia ai banchi, e girò l’occhio intorno, senza parlare, come per lasciar tempo alla scolaresca e al maestro di prender atto della sua rassomiglianza col defunto re.

— Ebbene, — gli domandò il maestro impazientito, — che cosa desidera?... Io stavo dettando.

Quegli rispose pacatamente che era venuto a visitare la classe.

Il maestro credette che celiasse. — A visitar la classe? — gli domandò. — In che qualità?

E l’altro, con un gesto grave: — In qualità di soprintendente scolastico.

Il maestro balzò in piedi: — Soprintendente scolastico! Da quando in qua?... E in virtù di che santo? mi scusi.

— Da tre giorni in qua, — rispose il liquorista; — in virtù d’una deliberazione del Consiglio comunale, avendo il mio predecessore, signor Garzi, per sue ragioni particolari, rinunciato alla carica.

Così era infatti: il sindaco aveva fatto fare la nomina alla chetichella, e scelto lui appunto, per avere alla mano un’arma più tagliente di quell’altro da puntare al petto del suo nemico. Il maestro indovinò, e l’affronto, cadendo sull’alcool che gli restava in corpo dal giorno prima, gli diede fuoco.

— Ma io non so nulla, — rispose con irritazione; —