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16 Garasco


Il segretario condusse il maestro per il villaggio, che era d’una struttura stranamente regolare, tagliato in croce da due lunghe stradicciuole diritte, con una piazza quadrata al crocicchio, dove s’alzava una tettoia per il mercato; tutte case basse, molte fiancheggiate da giardinetti o da orti, da cui s’alzavano fichi e viti abbarbicate ai terrazzini di legno e intorno alle finestre; e meridiane a ogni cantonata; sulle quali un poeta mezzo matto del paese, morto da vari anni, aveva schiccherato un gran numero di motti e di versi d’una tale profondità, che nessuno li capiva. Da ogni parte si vedevano le Alpi.


Le scuole maschili erano in un vecchio monastero, all’estremità d’una delle due strade principali, accanto a un mulino. Il maestro che, al sentire della ricchezza e della liberalità del sindaco, s’era immaginato delle scuole esemplari, rimase un po’ male entrando nella sua, ch’era una stanzaccia lunga e stretta, con un archivolto nel mezzo, malamente rischiarata da due finestre rotonde, troppo alte: forse un antico oratorio. C’erano alle pareti vari cartelloni di piante e di animali, una nicchia con dentro qualche solido geometrico, e una gran carta geografica tra le due finestre; ma tutto in cattivo stato. I banchi, mal costrutti, disposti in due lunghe file, eran coperti d’incisioni e d’iscrizioni d’ogni genere, incavati, dentellati, forati, raschiati, come se avessero servito per dieci anni agli esercizi di lavoro manuale d’una scolaresca d’intagliatori e di fabbri. Pendeva ancora vicino all’uscio un grande cartellone con la musica d’un inno che avevan cantato gli scolari a una distribuzione di premi, poichè il maestro antecedente era un filarmonico appassionato; e più alto, attaccato a un chiodo, lo scheletro polveroso d’un’enorme corona di fiori, che doveva aver servito a qualche festa municipale o scolastica.

— Tutto questo, — disse con vivacità il segretario, osservando il viso scontento del maestro, — è destinato a sparire. Il sindaco sta studiando un progetto, una trasformazione completa dei locali. Si sfonderà qui, si butterà giù il muro là in fondo, dalla parte della strada s’aprirà un’altra finestra, nel cortile si farà una galleria a vetri per la ricreazione, tutto il mate-