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GARASCO.


LE PRIME CONOSCENZE.


Arrivava a Garasco senza l’entusiasmo ingenuo di molti esordienti, poichè delle durezze della vita del maestro aveva inteso abbastanza alla Scuola; ma con una certa curiosità serena di vedere quale sarebbe stata la prima stazione del suo pellegrinaggio; ed ebbe grande piacere dell’accoglienza che gli fece il sindaco, la quale gli parve un presagio fausto, come la bella giornata autunnale che dava al villaggio un’aria di festa. Egli saliva le scale della casa comunale mentre il sindaco e il segretario smontavano dai velocipedi nel cortile, di ritorno da una corsa in campagna, e fu stupito e contento insieme al vedere che la prima autorità del paese era un giovane sulla trentina, elegante e allegro, con un sorriso cordiale. — Ah! il nuovo maestro! — esclamò il sindaco, porgendogli la mano; — un giovanotto: tanto meglio: andremo più d’accordo. — E datigli alcuni ragguagli intorno al paese, col fare d’un camerata più che d’un superiore, lo presentò al segretario comunale, anch’egli giovane e alto, con quel certo che di succinto nel vestire e di franco nei modi, che rivela l’antico ufficiale. La sala, da cui si vedeva un giardino dorato dal sole, era mobiliata come un salotto di villa: pareva che tutto, in quel municipio, fosse giovanile.

— Ora, — disse briosamente il sindaco al segretario, — tu darai al nostro maestro tutte le informazioni necessarie, gli fai fare un giro per il paese, lo conduci