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206 Altarana

un bacio dopo ch’eran nate, e non sapovan quasi che cosa fosse. Ne aveva assistita una ch’era morta in un Ospizio, la quale, per prendere una medicina, per lasciarsi fare un’operazione dolorosa, e fin per dormire, domandava che prima le dessero un bacio; e anche negli ultimi giorni diceva sempre con un fil di voce: — un basin, un basin, — alla suora, al medico, a chiunque le si avvicinasse. La piccina delle stelle di montagna le ricordava quella povera creatura. E un’altra delle migliori, un carattere veramente gentile e caro, era la figliuola del pizzicagnolo, che piccola com’era, e trattata come una principessina dai suoi parenti, ch’eran molto facoltosi, e le spendevano attorno metà dei loro guadagni, mostrava già un senso squisito di delicatezza a non avvilir con la pompa dei suoi vestitini le proprie compagne, alle quali faceva di nascosto ogni sorta di regalucci, e tutte l’adoravano....

Il maestro le chiese notizie della protetta dalla madre del pretore. La ragazza corrugò la fronte. Egli le domandò, timidamente, che cosa ci fosse stato: gli pareva che, ancora due giorni avanti, fosse andata a far visita alla signora. La maestra titubò un momento; poi disse seria: — Non ci tornerò più. — E pareva che non volesse dir altro; ma, temendo che quelle parole potessero far pensare peggio di quello che era, lasciò intendere la verità. La madre del pretore era un’ottima signora; ma.... non essendoci mai altri in casa che lei e suo figlio.... essa usciva dal salotto troppo sovente. Una ragazza sola non poteva frequentare una signora che amava il proprio figliuolo.... fino a quel segno. Il maestro capì e ne fu punto al cuore. — Ma! — sospirò la maestra. — È un destino che in nessun luogo si possa vivere senza guastarsi con qualcheduno: ora mi vorranno male. — E quello le richiamò alla mente un altro dispiacere che aveva avuto nella giornata, senza colpa sua. Essendo andata all’uffizio postale a domandar conto d’una lettera che aspettava da tre giorni, l’impiegata a cui parlava per la prima volta, le aveva risposto con tal mala grazia, ch’essa era rimasta lì senza parola, soffocata insieme dallo stupore e dallo sdegno. E domandò al maestro, accorata: — Sa lei immaginare il perchè? — Il maestro non sapeva. Si risentì dell’offesa, per altro, come se l’aves-