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188 | Altarana |
come se fosse in casa sua. S’offerse d’imprestarne al maestro. Gli avrebbe potuto dare, fra l’altre cose, una raccolta di giornali scolastici, lasciatagli da un fratello professore, morto l’anno avanti; nella quale il maestro avrebbe trovato molte cose utili e divertenti. Poi gli domandò: — A proposito, è venuta la nuova maestrina?
Il giovane gli rispose di no, che non sarebbe venuta che alla fine di settembre; e, per dar colore alla conversazione, gli palesò il segreto dei ritratti, che aveva strappato al suo commensale.
Il consigliere lo sapeva. Non aveva nemmeno voluto immischiarsi in quell’affare. I concorsi, per lui, erano una cosa ridicola, quando non erano una birbonata. Una ventina di poveri maestri o maestre, presi all’amo d’un annunzio di concorso, spendevano cinque o sei lire in posta e in carta bollata per mandare al municipio titoli e certificati di moralità, penalità, sanità, e magari anche il ritratto.... e poi accadeva spesso che il titolare era già fissato prima, un favorito del sindaco, o un raccomandato del provveditore, o un protetto dell’ispettore scolastico, o una creatura del deputato del collegio. Ora poi, — soggiunse — domandano anche la fotografia delle maestre. Tanto varrebbe che pubblicassero nelle quarte pagine dei giornali: — Si cerca una bella ragazza così e così, per servizio del comune. — Non vede come vanno alzando d’anno in anno le pretensioni? C’è già dei comunelli che vogliono il maestro celibe senza prole, e che non abbia più di trent’anni, e dicono che daranno la preferenza a chi abbia compiuto il corso ginnasiale, o conosca il francese o il tedesco, e il disegno d’ornato, e abbia una tintura di scienze fisiche e chimiche. L’anno scorso un municipio voleva un maestro che sapesse sonare il pianoforte e avesse una bella voce. Credo che non aggiungesse come condizione sine qua non che avesse cantato al teatro della Scala. Tutta questa roba per settecento lire all’anno, siamo giusti, è un voler la merce per niente. Ora vedremo questa bellezza. Quanti anni ha?
Il maestro glielo disse: venticinque.
— Capita bene, — rispose il consigliere. — Lei già si sarà fatta un’idea, o non tarderà a farsela. Non ha avuto ancora nessun urto?... Tanto meglio. Le auguro