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168 | Altarana |
sione; e mandava a far la spesa alternata, dai bottegai in carica e da quelli scaduti, per non scontentare nessuno. Ma piaceva, ciò non ostante, al giovane maestro, non solo per il fondo di bonarietà ch’egli lasciava trasparire da quella grande paura, ma anche per ragioni di simpatia professionale, perchè era come lui mal retribuito, come lui vagabondo, come lui in balìa di tutti, e non pagato di gratitudine da alcuno. E la simpatia reciproca, aiutata pure dalla ragione economica, li condusse ben presto a far tavola comune. Il maestro discese a mangiare in casa del segretario, pagando un tanto al mese. La mensa era frugale: un litro di vino bastava a tutti e due per i due pasti; il precetto igienico che bisogna alzarsi da tavola avendo ancora un po’ d’appetito, era scrupolosamente osservato. A vederli tutti e due così smilzi, in quella camera nuda, seduti a una piccola tavola rischiarata da un magro lume a petrolio, davanti a una minestrina di brodo rado e a due bicchieri di vino annacquato, accanto a un fuochetto moribondo, pareva proprio di veder desinare lo Stento e il Bisogno in casa della Carestia.
Una sera, mentre stavano mangiando senza parlare, ruppe il silenzio una grossa voce che veniva dal buco della serratura: — C’è un morto!
Il maestro si scosse, credendo che avessero ammazzato qualcuno sull’uscio. Ma il segretario rispose tranquillamente: — Ora vengo.
E spiegò al maestro che quando moriva qualcuno nel paese, se non trovavan lui al municipio, gli venivano ad annunziar la morte a domicilio, per non aver da fare doppia corsa.
Un’altra volta a colezione furono interrotti da una voce di donna che gridò per il buco della chiave: — Signor segretario! C’è un’innocenza.
Innocenza, nel linguaggio del paese, era un modo gentile di dire un nuovo nato.
Ma questo accadeva di rado. Le sole novità della giornata, erano, di solito, quelle che portava il segretario dal municipio: — Domani c’è seduta. — Oggi è arrivato l’impiegato del Catasto. — Ieri sera e ribaltato un carro all’entrata delle Case Rosse.
Una mattina portò una notizia straordinaria: — Il