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ALTARANA.
IL PROGRAMMA DEL SINDACO.
Altarana è un villaggio delle Alpi occidentali, formato da due archi sottili di case, congiunti da un ponte di pietra, sotto il quale passa un torrentello che va giù a lunghi salti a gettarsi nel torrente grande, da cui ha nome la valle, verdissima e solitaria, chiusa in fondo dalla bianchezza sfolgorante d’un ghiacciaio. Il fianco della montagna, sopra e sotto il villaggio, è ripidissimo, e tutto coperto di castagni, di faggi, di betulle, d’ontani, che lascian trasparire qua e là piccole cascine e casette signorili, chiuse come sepolcri per nove mesi dell’anno. Il villaggio ha una sola lunghissima strada, che forma una serie di piazzette irregolari davanti alla chiesa, alla casa comunale, alla farmacia, e a un albergo di bell’aspetto, il quale s’apre in giugno e si chiude ai primi freddi. Gli abitanti riparano con l’operosità e con la parsimonia all’insufficienza dei prodotti della terra, non vivendo che di latte e di polenta, innaffiata, a quando a quando, d’acquavite; le donne fanno da bestie da soma; gli uomini emigrano nella buona stagione, e non ritornano che l’inverno. Il che pare che giovi all’accrescimento della popolazione, poichè si vedon mucchi di bambini, biondi, rosati e sporchi, per tutti i buchi. Un miglio sotto al paese, sulla via principale della valle, v’è una rozza borgata che ha nome delle Case Rosse, e fa parte del comune. Per tutti questi luoghi, d’estate, è un fremito di verzura cupa, una musica d’acqua, una pompa di fiori incantevole; d’autunno e d’inverno tutto è si-