Pagina:De Amicis - Il romanzo d'un maestro, Treves, 1900.djvu/130

122 Piazzena

causa erano raccolte man mano con grande avidità. L’affare era passato dalle mani del pretore in quelle del sostituto procuratore del re del circondario. Il parroco aveva preso un avvocato in città. Erano stati chiamati dei testimoni. Infine, fu fissato il giorno per il dibattimento. Molti avevano deciso d’andarvi ad assistere. Il parroco e la maestra partirono, a ore diverse, due giorni prima.


Ma la mattina stessa della gran giornata si diffuse per il paese una notizia strepitosa. Il dibattimento non si faceva più. Gli avvocati avevano indotto le due parti a un componimento, e questo era una solenne sconfitta per il parroco. La maestra ritirava la querela, ed egli le pagava un’indennità di mille lire, rilasciandole una dichiarazione scritta, nella quale protestava in termini netti ed espliciti di non aver avuto nemmeno la più lontana intenzione, con quelle parole un po’ vive, ma ispirate da puro zelo per l’insegnamento religioso, di intaccare la sua onoratezza.


Fu un colpo sbalorditoio. La maestra ritornò a Piazzena coi suoi begli occhi amorosi, senz’aria di trionfo, però, e riprese a far scuola il giorno dopo, come se nulla fosse accaduto. Il parroco si tenne nell’ombra per un po’ di tempo. L’atto di ritrattazione fu pubblicato in un giornale, di cui arrivarono nel villaggio varie dozzine di copie, che passaron per tutte le mani. Insomma, fu un trionfo compiuto. E allora accadde quel che doveva accadere. Visto il parroco umiliato e i suoi fautori con le orecchie basse, il partito contrario, che pure aveva lasciato la maestra nelle peste innanzi al pericolo, s’andò a congratulare con lei vistosamente, e alzò le corna contro al nemico che si nascondeva. Ah! era tempo di parlar chiaro, alla fin delle fini! Quel prete indemoniato avrebbe condotto il comune alla perdizione. Non più tardi d’un mese, ancora, non aveva indotto il sindaco, avvisato dell’imminente passaggio di due squadroni di cavalleria, a rispondere alle autorità che era impossibile di alloggiarli, per mancanza di paglia e di foraggi, mentre il paese ne abbondava; obbligando così la truppa a passare altrove, con grave danno del comune; e ciò sotto il bel pretesto che i