roco avea fatto uno sproposito, biasimavano la maestra d’aver dato querela, come d’un eccesso d’audacia; perchè lo spettacolo d’una donna sola, che si difende arditamente, è umiliante per gli uomini che stanno a vedere. Dicevano: se il parroco è andato tant’oltre, è segno che ha tanto in mano da sostenere le accuse, almeno la più delicata. In generale, si desiderava che ne uscisse male la signorina. E il maestro, che, ancora semplice, non si poteva capacitare di quell’animosità, cominciava a domandarsi, con inquietudine, se ci fosse nella sua professione qualche cosa di antipatico o di malauguroso, perchè in quel caso, per esempio, tutti gli onesti non parteggiassero per la ragazza, come voleva il cuore e la ragione. Egli non capiva che la cagion principale dell’avversione era la stessa negli uomini e nelle donne: la certezza, cioè, che ella avesse un amante, e che di nascosto, e a dispetto loro, fosse felice; il che la rendeva più odiosa che non avrebbe fatto qualunque altra colpa o difetto, o anche azione dannosa a tutti. Una sola signora la proteggeva ancora dissentendo dal marito; la moglie del soprintendente pizzicagnolo, che s’era fatta nominare ispettrice, per andar a visitar le scuole ogni tanto, in pompa magna, quando aveva qualche cosa di nuovo da mostrare; e il perchè della protezione era questo: che la maestra, di cui ella stimava il buon gusto e l’educazione cittadinesca, accarezzava con arte fina, dissimulando la canzonatura, le due sue vanità principali, ch’erano di vestir bene e di aver garbo di gran signora. Questa sola non l’abbandonò; anzi le si mostrò più amica di prima, con una ostentazione d’indipendenza d’animo, che ammirava in cuor suo, come una prova di coraggio e di gentilezza veramente signorile: tanto è vero che procaccia amicizie più sode l’adulazione che l’affetto. Tutte le altre la scansavano, per timor sincero o finto che potesse uscir fuori dal processo qualche rivelazione scandalosa. Essa, però, continuava a far le sue gite a Torino, e aveva ripreso il suo sorriso tranquillo e vagamente altero di amante soddisfatta; ciò che pareva il non plus ultra dell’impudenza. — Bisogna che sia bene arrabbiata d’amore — dicevano, trangugiando un’acquolina amara — per arrischiarsi in quella maniera! — E le notizie dell’andamento della