diede il tratto alla bilancia. Ricorreva nell’ottobre la festa patronale, con la processione solenne, in cui si portava in giro la statua della santa, ed erano ogni anno destinate a questo due contadinotte, scelte fra le più agiate e le più belle, chiamate priore, le quali usava che comprassero di borsa propria un gran velo di tulle, da ricoprire il crocifisso. Il parroco, che già da tempo vedeva male quella spesa morta, decise quell’anno di farla volgere a miglior uso, ed esortò le ragazze a rinunziare al velo e a dare il denaro alla cassa di San Pietro. Le ragazze titubarono, perchè con quella spesa facevan figurare le loro famiglie, e il velo più o men ricco era come un’insegna della loro dote; poi, per non metter tutto sulla propria coscienza l’atto del rifiuto, fecero come suol farsi in quei casi: andarono a chieder consiglio a chi erano certe che l’avrebbe dato conforme al loro desiderio, alla signorina Fanari, maestra delle loro sorelle. E questa non solo approvò il loro desiderio, ma suggerì all’una e all’altra le buone ragioni che avrebbero potuto addurre al parroco, quando un’altra volta, incontrandole, fosse tornato all’assalto: che, in fin dei conti, era un’ambizione lecita ed onesta, poichè non spendevano per adornar sè, ma per far onore al crocifisso; che s’era sempre usato così; che se avessero impiegato la somma altrimenti, non tutti l’avrebbero saputo o creduto, e sarebbero state accusate di pitoccheria; e che in ogni modo a smettere quell’uso non volevano esser le prime. Studiaron bene tutt’e due la lezione, e andarano senz’altro dal parroco a recitarla. Questi, che aveva buon naso, sentì subito che dovevano essere state imboccate, e invece di minacciar la scomunica, com’era suo costume, ringoiando la rabbia che gli veniva su, condusse bel bello le due ragazze a spiattellare il nome della suggeritrice. Allora scoppiò. Ah l’ebrea! La sfacciata framassona! Aveva deciso, dunque, di appestargli il paese! Aveva proprio giurato la guerra a Cristo e alla Madonna! Ah, era tempo di finirla! — La cosa si divulgò. L’anatema dal pulpito non poteva più mancare. La mattina della domenica la chiesa era affollata, e la folla in grande aspettazione. C’era, fra gli altri personaggi, il delegato, venuto con l’ingenua illusione che la sua presenza potesse tenere in rispetto l’oratore. C’era la maestra Fa-