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Don Biracchio 103

nessuno, chiuso nella sua baracca. Galantuomo, del rimanente, che non aveva mai dato uno scandalo, e buon diavolo, tanto che i suoi scolari lo trattavano come un camerata, tirandogli la sottana per farsi dar retta, e parlandogli tutti e dieci a una voce. E per impedire appunto questi abusi di confidenza, egli soleva nella buona stagione far stare i suoi alunni nel cortiletto, seduti fra i sassi e le ortiche, coi libri fra le gambe, e alcuni con un guscio d’ovo per calamaio, e lui faceva la lezione dal terrazzino, accanto alla coscia di vacca appesa al muro, con un litro fra i piedi.

Strada facendo, il delegato raccontò al maestro l’ultima monelleria che avevan fatto a don Biracchio i suoi alunni. Egli teneva nel cortiletto una mezza dozzina di galline, e ogni volta che sentiva un coccodè, piantava la lezione e scappava fuori a pigliar l’ovo. Che cosa avevano stillato quei malanni per farlo disperare? Erano andati a pescare a quattro miglia di distanza un piccolo pecoraio dell’età loro, un famoso artista che faceva il verso della gallina con perfezione inaudita, l’avevano (pareva) scritturato, e nascosto in una buca, davanti alla casa; e il resto s’indovinava. Il povero prete aveva galoppato tutta una mattinata, venti volte deluso, senza capire, con la faccia in sudore, disperato, e gli alunni avevan fatto delle risate da strapparsi la pancia.

Quando furono davanti alla casipola, che appariva ancora più povera e triste sotto il cielo coperto di nuvole nere, il delegato chiamò ad alta voce: — Don Biraaaacchio!

Un momento dopo s’aperse un finestrino a terreno, che aveva due fogli di carta in cambio di vetri, e comparve un largo viso ossuto e rosso, con due occhi piccolissimi e una gran bocca stupita.

L’uscio s’aperse. I due visitatori entrarono in una stanzetta nuda, dov’era una botticella di vino sopra una panca, un mucchio di fascinotti in un canto, e tutto l’ammattonato ingombro di pezzi di legna, di penne di galline, di gusci di noce e di ballotte biasciate, con qua e là scarponi e randelli: da una corda tesa lungo una parete affumicata pendeva della biancheria messa a asciugare. Il maestro osservò con curiosità quello