Pagina:De Amicis - Il romanzo d'un maestro, Treves, 1900.djvu/107


Tra la scuola e la canonica 99

l’istruzione in chiesa, tutti quanti.... Non volevo invadere il campo....

— Non è invadere il campo, signor maestro, — disse il sindaco — è allargarlo. Questo ho voluto dire.

— Perdoni, — riprese il maestro, accortamente. — Perchè io mi sappia regolare: il signor sindaco non trova mica che ci sia nulla d’inopportuno nel tema che ho dato?

— Non dico questo, — rispose il sindaco, che sentì la stoccatina, e fu fatto un po’ più ardito dalla picca; — .... sebbene, in fondo, non è proprio necessario di ricorrere a fatti recentissimi.... Su questi, alle volte, ci son nelle famiglie dei modi di vedere differenti.... Sono cose politiche, infine.... Il meglio sarebbe di lasciarli ai giornali. Non dico tanto per il tema in discorso.... ma perchè un argomento ne tira un altro. Dunque, — concluse, come stizzito del suo stesso imbarazzo — s’acconci al consiglio dei vecchi.... lei che è giovane.... e intelligente. Se ne troverà bene.

Il maestro, piccato anche lui, non rispose.

Ma pareva che il sindaco aspettasse una risposta.

— Il signor sindaco — rispose allora, un po’ asciutto — giudicherà i temi che darò d’ora innanzi.

Il sindaco capì benissimo che sotto a quella risposta sguisciante si nascondeva un proposito d’indipendenza; ma finse di non capire. E preso il componimento di mano all’alunno, fece delle osservazioni sulla lingua, con l’aria di chi maneggia i ferri del suo mestiere.

— Dice qui — osservò — nel momento che il popolo accorreva. Io direi: nel momento, nel quale accorreva.

— Domando scusa, — disse il maestro, — il che è grammaticale, in questo senso.

— È più grammaticale l’altro modo, — ribattè il sindaco. — Anche nella lingua la prima cosa è la logica. Questo che può ingenerar confusione. — E continuò: — Verso gli ultimi del mese. Ultimi che cosa?

— Giorni — rispose il ragazzo.

— Perchè non l’hai scritto?

— È una ellissi dell’uso, — disse il maestro.

— Io guardo all’uso della ragione, — rispose il sindaco. — Non ci può essere attributo senza soggetto. La precisione avanti tutto.

Poi bollò due o tre cui, e prevenne l’osservazione