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un languore istantaneo, come il luccichìo d’una lacrima già caduta, che forse esprimeva la visione d’un’altra vita, ch’essa aveva sognata da giovinetta, il rimpianto d’un amore andato a male, una tristezza di tutta quella infanzia che le era passata davanti, senza ch’ella avesse mai potuto dire ad alcuno: — Sei mio. — Non si lagnava della sua condizione, nè d’altro; adempiva ai precetti religiosi, senza bigotteria; non si faceva quasi vedere nel villaggio, fuor che per fare la spesa. E la prima volta che disse questo, soffermandosi sulla frase far la spesa, diede uno sguardo interrogativo al maestro, per vedere se gli paresse offesa la comune dignità professionale dal suo abbassarsi a quell’ufficio. Ma fu quello sguardo, invece, che la mise più alto nella sua stima e più addentro nella sua simpatia.


TRA LA SCUOLA E LA CANONICA.


Alla scuola, frattanto, egli continuava a dare tutte le cure, tenendo sempre fermo il metodo della “ritenutezza„ col quale aveva incominciato. Ma questo metodo presenta alle nature espansive, oltre alla difficoltà prima di metterlo in atto, un altro inciampo forse più grave: ed è che riesce più difficile a mantenere appunto quando se ne incomincia a cogliere i primi frutti, ossia quando la disciplinatezza e il rispetto dei ragazzi, conseguiti per suo mezzo, li rende più amabili. Egli n’aveva sette o otto, coi quali gli costava un vero sforzo di non dar la via alla sua indole affettuosa, tanto ne traspariva aperto dai loro occhi il desiderio, e quasi l’aspettazione; poichè pareva davvero che avessero indovinato il fondo del suo carattere, e attendessero che scattasse fuori da un dì all’altro, lacerando quell’armatura posticcia ch’egli v’aveva sovrapposto. Egli doveva fare ogni momento un atto risoluto della volontà per non ridere di quelle molte manifestazioni comiche graziosissime, che attirano l’affetto all’infanzia quasi altrettanto che gl’indizi della bontà; per non lasciarsi commovere da quegli scoppi di pianto, a cui segue dopo un minuto una bricconata, ma che paion sul momento