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per udito. Quindi, benchè nelle altre cose ancora io il creda degno di fede, in ciò nondimeno che appartiene alle stelle, parmi ch’ei debba avere quella autorità medesima che ha Cicerone nell’eloquenza e Virgilio nella poesia. Abbiamo inoltre alcune opere da lui scritte intorno il movimento delle stelle e del cielo, le quali ben mostrano quanto ei fosse in questa scienza eccellente. = E una di tali opere, intitolata de compositione Astrolabii è stata pubblicata in Ferrara l’anno 1475.»1

D’un altro discepolo di Andalone è rimasta memoria, cioè Corrado che fu poi Vescovo di Fiesole, ed astronomo; d’una cui opera fece menzione lo Ximenes2.

«Dopo Paolo Dagomari fiorirono in Toscana due altri Astronomi, o almeno Cosmologi, cioè Maestro Domenico d’Arezzo e Maestro Antonio Fiorentino. Del primo abbiamo un ottimo Codice della Gaddiana, in foglio, numerato dcxxviii scritto in cartapecora assai elegantemente. Liber de Mundo editus a Magistro Dominico de Aretio ad nobilem virum, decusque insigne militiae Dominum Rinaldum de Gianfigliazzis de Florentia. Questo Codice è scritto verso la fine del secolo xiv. Maestro Domenico d’Arezzo fiorì verso il 1380... " 3 Il Maestro Antonio Fiorentino è



  1. Storia della Letteratura italiana Tom. v, Lib. ii cap. 2 n. 19. Altre opere d’Andalone sono annoverate dallo Spotorno, l. c. pag. 151 e seg.
  2. Del Gnomone Fiorent. Introd. pag. 41. Tiraboschi l. c.
  3. Ximenes. Del Gnom. Fiorent. Introd. pag. ii §. 9 pag. lxxi. Ma di questo Domenico d’Arezzo giovi dire un po’ più, adducendo qui in nota le parole del Targioni-Tozzetti nelle postume sue Notizie sulla Storia delle scienze fisiche in Toscana (Firenze, 1852, pag. 183). "Sorpassò di gran lunga (egli dice) il merito di tutti