Pagina:De' matematici italiani anteriori all'invenzione della stampa.djvu/60


molti volumi 1 di geometria e d’arismetrica, ma la più alta fu,quella che de’ Fioretti è titolata»2. L’anonimo citato poco sopra dice poi: "E trovasi molti volumi de’ suoi e’ quali in particularità sono mandati a certi Maestri che allora insegnavano, riprendendogli della loro poca scienza»3. Il Mazzinghi coltivò altresì in qualche modo le lettere; fu amico di Franco Sacchetti cui diresse un sonetto, pel quale trovasi messo nella Tavola degli autori citati dalla Crusca, col titolo di Maestro Antonio Arismetra e Astrologo4.



  1. Il testo Vilumi.
  2. Dal Codice L. iv 21 della Biblioteca Pubblica Comunale di Siena. (Boncompagni, Op. cit. pag. 139 e 140).
  3. Op. cit. pag. 132.
  4. «Posteriore agli Astronomi sopradetti (Paolo de’ Dagomari, Domenico d’Arezzo e Maestro Antonio Fiorentino) mettesi un altro Paolo, il quale secondo l’opinione del Verini, o almeno di Carlo Strozzi, fu della famiglia del Garbo. Egli fu delle Matematiche speculatore sottilissimo, onde per essere totalmente agli studj di quelle applicato, era per soprannome da tutta la città il Matematico nominato, e per tal nome solamente inteso. Fu di Paolo de’ Dagomari pertinace emulatore. Fu egli filosofo, Medico, Aritmetico, Geometra, ed Astronomo. Fu intendentissimo della Geodesia: onde nella misura de’ paesi e delle provincie fu eccellente. Non meno spiccò nel misurare i moti de’ cieli e delle stelle. Gli annali de’ suoi tempi ci dicono, che egli non avesse pari nell’arte della Medicina. Dette fuori un libro di Prospettiva. Il Cinelli a lui applica que’ versi del Verino;

              Quid Paulum memorem, terram qui norat et astra,
              Qui Perspectivae libros descripsit, et arte
              Egregius Medica, multos a morte seduxit.

    Accanto a’ citati versi il senator Carlo Strozzi nell’Edizion Fiorentina fece aggiugnere la seguente annotazione: Paolo del Garbo: