Pagina:De' matematici italiani anteriori all'invenzione della stampa.djvu/113


105


his basis seducatur, idest 8, quod remanet scilicet quatuor per Cathetum, idest 6, multiplicetur: illud quodque multiplicetur, et fient 48; quibus per quartam sui multiplicatis illius summae latus habeatur pro embado.

In ampligoniis autem vel oxygoniis jam dicta regula habet consequentiam, nec etiam in orthogoniis, nisi in illis, quos sesquitertia vel sesquiquarta regit proportio. In aliis autem vel orthogoniis sufficiat regula universalis, scilicet per cathetum basim ducere, ejus medium pro embado tenere....

Dalle quali parole (non ostante l’errore corso o allo stampatore, o più probabilmente all’amanuense del Codice onde fu tratta l’opera di Gerberto) vedesi chiaro non aver esso generalizzato, come Erone, il problema. Ma per altro una maggiore generalità si può ricavare dalle sue dottrine, perchè insegnando egli a dedurre da un computo sopra i lati di varie specie di triangoli la lunghezza del cateto, o perpendicolare, torna applicabile la regola universale, che Erone nel suo problema volle non applicare, supponendo non cognito il cateto.

Si noti la coincidenza, che non pare fortuita, fra i numeri del caso proposto e risoluto da Gerberto, e quello che mss. Bernese riportato dal Venturi; e non essendo chiaro da quale dei due Codici abbia levato quel tratto il Venturi, rimanga pure incerto se chi raffazzonò il Boezio del 1004 abbia preso da Gerberto, o questi siasi valso di ciò che trovò nell’altro più antico ovvero altrove.

— Era già compita questa nota quando è giunto a Modena, e mi è venuto alle mani il T.XIX, stampato a Parigi