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Pitagora fra i primi geometri Euclide ed Apollonio» (Elog. n.° 26 pag. 31). E perchè il Bossut avea creduto di trovare quel teorema nella Geodesia del giovine Erone, dubitando per altro che questi l’avesse involato a qualche celebre suo antecessore, ed il suo parere era stato adottato dal Montucla nella seconda edizione della sua Storia, perciò impiega quattordici facciate a rispondergli, concludendo «che Erone di siffatto teorema non fu plagiario, perciò nella sua Geodesia non v’è di tale Teorema ombra neppure... Se fui lungo, esigeva così l’elogio di Lionardo, a cui il Teorema appartiene.» (nota ecc. pag. 194). Alle quali parole il Guglielmini appone la seguente noterella. «È già impresso il foglio 12, ed il rovescio del 13 presente; quando il celebre sig. Cav. Venturi mi avvisa, che darà in luce un Opuscolo inedito del vecchio Erone, che offre il Teorema colla sua dimostrazione». Parrebbe, a dir vero, che ammonito da tal uomo, qual era il Venturi, avesse dovuto il Guglielmini (se anche mutar non poteva i fogli stampati) modificare alquanto le parole qui sopra trascritte di quella sua medesima pagina dove aggiunse la noterella; perchè il nome di Lionardo non abbisogna, che per regalargli il merito d’una invenzione non sua, il suo lodatore diventi ingiusto verso altri, e non tenga conto di fatti a lui resi noti.
Non tardò molto il Venturi a mantenere la sua parola; ed in Bologna nel 1814, per le stampe de’ Fratelli Masi e C. tipografi dell’Istituto, nel Tomo Primo (che sgraziatamente rimase Unico) de’ Commentarj sopra la storia e le teorie dell’Ottica, il Cav. Venturi pubblicò il Trattato del Traguadro di Erone il Meccanico, da lui tradotto ed illustrato. Ivi al n. xxx (pag. 123) si trova il Teorema desiderato dal Guglielmini,