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vn’huomo di fofco colore, chehaueuavnacorona in cella di negro tubino, &in manovno fcetro del medtfimocolore. Li Romani haueuano di coihune ( come habb amo ancora noi ) quan do volala no me firar e m eftitia, & doglia, di vcllirfi di pannicfcuri, &C negri, &i giorni delle loro meftitie, & miftrre, ch’amauano negri, come ’n firmi proposto drffe il Boccaccio. Onci aiornoà me negri fluii o* cioèmeitiffimo, &. Jogliofo. & il Petrarca. Hot trifli auguri, efigni epenfier negri.. Però Omdio maledicédo, 6c pgado, che mai co loro non guftaffero allegrezza alcuna, à 1 quali augurali-, male, ma che mai ferri premure fiero auuoln nelle meftuie, & miferi e. difee E negre vefti, i voBri corpi coprano. Per quella caufa il libro de’ Legifii detto Infornato, nel quale fi tratta delle vltime volontadi de mortali fate per tema di morte, la quale rende meda ogni cofa, fi cuopre di negro cuoio, co me afferma Scbaftiano Brani, quanto poi il negro fia nemico dell’dlkgrezza, & amico del dolore & della meli ria,lo dimoftrail Petrarcam quella canzone. O spettata nel citi beata,e bella. &inqiull’alrra. Chedebbofàr’che mi configli Amore? quandodice Fuggi ilfereno, e il verde ( ’Non t apprejfar oue Jìa rifio, o canto, Canyon mia nò ma pianto, Nonf’à per te di sfar fia pente allegra, Vedouaficonfolata in vefla negrau. Ma che più? Le negre vele d. I lo fmemoratoT < ieo, non caulòrono tanta meftitia, & doglia nel miferofuo padre Egeo, credendo per quelle il fuo figliuolo effae morto,che vinto dali’ambadia fi gittò nel Mare? per quelle ragioni, & aL C 3 tre