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cavaliere Gaidon felaaggio. dicendo l’ifteflb Tra più che mai corno oscuro-, e nero, Wpie nel capo banca alcun pedo banco, Del color del cannilo il canapiero Vestito voleà dir, che come manco _ De l’ofcuro era il banco, era altrettanto lìrifo in lui, verfo /’ofeuro pianto •. Pe T et1 Kcherebbedello forni, che melhcia, & J°8 lia £ h *?f a perdita della tìgliuogKS^S5a^ tone ^ ndÒ ’ VeftÌta diqucfto^ncorocofore.machevoioar^riienlandò di cola che fi tocca con mano, quella ioz Scrudele, che con la fiu fiera adunca falce quanto più ci diletta ftarein quefto terreno eh.o SS troncando il nodro dame, non pure an corni ma ancora inuola i nonai, non e veftifa dinega veda? alla quale penfando c.afcuno din iene mefto, & doghofo,però di lei.ragionan do il Petrarca nel capitolo primo del moto del^Qmnbìo vidi vn.infogna ofeura, e tri (la, Che più I intano nei q 1 & n eoro> comemoftra.Dante,al -qJ^ nella epidotime negregi, c leandro, & il Sannazaro il attero lui edere il K e de 1 morti, & delle me dui- però oli antichi, quando lo dipingeuano, fnaio &n carro orato da quattro negri de