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re, peto ’vediamo,comeriferifcePlutarco, che li Lacedemoni,veftiuano li foldati di quefto colore, & quefto acciò nò folo porgelTero timore, à i loro auiterfarij,ma ancora p dar loro ad incedere, che quali di fuoriapparmano,tali di den. tro erano gli animi defiofi d inlanguinarfi,&fàr le piaggie fanguigne, pon:ndo loro il ferro nei fianchi. Amore crudo arderò, temuto da tutti, & "Vago di pigliarmil’e’Vendettefoprai mireri amanti, perticatila fi dipinge armato di faec te, & d’ardente face Ila, trionfare /opravo carro di rofleggiante fuoco, moftrandofi, che quale di fuori, tale di dentro fi ntruoua d efiofo di ven detta, &chesìcome la Tua vifibilefiammaabbrufcia di fuori, cosi nell’ofla vifibile, &C nelle vene con occulta piaga incende, & confuma; pe ròdiceuaSenofonte, chela fiamma d’apprefio abbrufcia, ma il fuoco amorofo benché remoto abbrufcia, & infiamma dal quale ninno fi può difendere, come tutto di prouanogli infelici amanti, & ci fà chiari, l’innamorato Petrarca nel capitolo primo del trionfo d’A more. quando dice Quattro defìrier via più che nette bianchi) Sopra vn carro di fuoco vngar^on crudo,’ Con arco in mano, e con[aetteà i fianchi, Contro le qua non voi elmo, ne feudo. Et di chi non lo teme, piglia egli afpra vendetta con fuoi dardi, &Tfàcella, perchè da sè può tan to, che vince tutteleoftinate’Voglie,fpezza ogn’indurato cuore, & toccando folo con ’vna Scintilla de J filo fuoco, ò con vno dei fuoi filali, fà diuentartumuli, Semanfueri glianimidei pi ù fuperbi, & feroci, in modo che, poi volentieri pongono le mani à i lacci fuoi;& chiunque mirerà il fuo aipetto militare, & vedrà che per