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direbbe atomi, noi bruscoli1, i quali comunemente non iscorgiamo. E se in vaso che par vòto si mette dell’acqua, e’ n’esce altrettanta aria. Vedilo se tu alcun vaso vòto al tuo parere tuffi nell’acqua diritto, con la bocca di sotto; che se ben tutto è sott’acqua, non ve ne può entrar, perchè l’aria, che è corpo e ha ripieno tutto ’l luogo del vaso, non la lascia. Ma fora il vaso nel fondo; l’acqua v’entra subito per la bocca, e l’aria n’esce per lo foro. Cavalo fuor dell’acqua su diritto senza forare, volgilo, e dentro il guata; tu ’l vedrai così asciutto e pulito, com’e’ s’era innanzi al tuffare. Per la qual cosa bisogna dir che l’aria è corpo. Fassi vento o spirito quando è mossa: che non è altro il vento che aria mossa; onde forato nel fondo il vaso mentre che l’aria v’entra, a tenere una man sopra ’l foro, si sente uscire un vento, che non è altro che quell’aria, che l’acqua ne caccia fuori. Non è adunque il vòto uno ente grande unito in se, ma in picciole parti nell’aria, e nell’acqua, e negli altri corpi sparso e stribuito. Se già non fia chi creda il diamante solo non aver punto di vòto, perchè non s’affuoca nè rompe, e battuto si ficca nell’incudine e nel martello. Ma ciò non gli avviene perchè in lui non sia del vòto; ma perchè egli è tanto ammazzerato e sodo, che i corpicelli del fuoco son più grossi de’ bucolini della pietra, e non v’entrano, ma solamente toccano la pelle di fuori: e non entrando dentro, non vi adducono caldezza

  1. Questo «che altri direbbe atomi, noi bruscoli» non si legge nel testo greco; ma egli è uno aprire il concetto più chiaramente.