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Iedde la ràzzia n’ha da fa: |
Ma ben presto si convince che è inutile sperare:
a Roma si vendono le indulgenze a stuppiedde e si bandisce la Crociata contro la Patria.
Eppure (secondo il Danzi) Gesù Cristo l’ha detto chiaramente:
A lu Papa ogni respetto |
Ma il Papa fa il re e condanna a morte: probabilmente il Danzi si riferisce alla condanna di Monti e Tognetti del novembre del 68, quando domanda nel bellissimo sonetto a Pio IX:
Quanne de morte firme na sentenza |
In quello seguente cerca dimostrargli che non può, nello stesso tempo, essere papa e re:
Chi vole fa lu mièreo e lu nutare |
E poi incalza (Una parola al papa):
Nun è Vittorio e manche Napolione |
Il papa invece rispondeva alle aspirazioni liberali convocando il Concilio Ecumenico da cui uscì il dogma dell’infallibilità, ed il Danzi lo avverte ca lu monno è struvugliare, ed in seguito (Fra il Poeta e la sorte) sostiene che la caduta di Napoleone III e quella del potere temporale sono effetto dei dogma.
Occupata Roma consiglia (Il Riscatto di Roma ) di gridare poco e di stare bene attenti che la grande conquista non ci sia tolta.
Lu strisse è come d’acqua int’a lu crive |