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per lui, per lui! 79


Il conte tacque, lo fissò un poco, poi si scosse e rispose:

«Lo so, va bene.

Discese, lasciando il suo interlocutore non troppo contento.

«Come parlano oggi tutti questi briganti!» brontolò il barone fra sè, e andò a far attaccare.

Il conte Lao, chiuso nel soprabito, con il bavero rialzato, raggiunse in giardino il gruppo dov’era sua nipote, davanti all’uscio di mezzogiorno della sala. Due minuti dopo vi capitò correndo il dottor Grigiolo tutto scalmanato, con l’orologio in mano.

«Per amor di Dio, baronessa Elena, sono appena le nove e Lei fa già attaccare! Per carità, baronessa, adesso viene il più bello.

«Andiamo, andiamo» disse il barone sopravvenendogli alle spalle. «Il più bello è di non perdere il treno. Io ho bisogno di essere a Roma domani sera.

«Dieci minuti, dieci minuti soli!» disse Grigiolo correndo via.

«Cinque!» gli gridò dietro il barone.

Fu acceso un razzo e quasi subito brillarono fuochi di bengala qua e là per la valle, sul campanile di Villascura e fra i boschi del Passo Grande. Vi furono degli «oh» d’ammirazione, degli applausi. Allora altri fuochi bianchi divamparono a destra e a sinistra del prato, gettando un chiaror d’argento sulla ghiaia e sull’erba, sul nero brulichìo della gente. La banda intuonò il coro del Nabucco. Elena, la contessa Tarquinia, il conte Lao, il barone, stavan lì in un gruppo, sulle spine d’occulte inquietudini.

«Mi rincresce che abbiamo dovuto strozzar tutto» disse Grigiolo ritornando, umile nella sua gloria.