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per lui, per lui! | 61 |
«Ah! fece il conte Lao con voce brusca, come per respingere ogni carezza, ogni parola amorevole. Tuttavia Elena lo baciò in fronte.
«È il mio dovere» diss’ella dolcemente.
Poi cominciò a parlargli del danaro; Lao si venne voltando a poco a poco, l’ascoltò attentamente. Elena gli disse ridendo di non spaventarsi; gli ordinava solo di rispondere a sua madre, se gliene parlasse, che s’era inteso con lei Elena; non una parola di più. Lo zio non capiva, voleva delle spiegazioni. Ella gli diede un altro bacio e scappò via con la scusa della messa, benchè alla messa dei padroni, nella chiesetta di casa, ci mancasse ancora un’ora e mezzo.
Si fece portare in carrozza a Villascura e scese dall’arciprete. Costui era in chiesa, ma una melliflua governante pregò la signora contessina di voler pazientare un momentino e si ritirò discretamente quando sopraggiunse l’arciprete con una giusta miscela, negli affrettati saluti, di ossequio, di meraviglia e di aspettazione. Elena era venuta a congedarsi dal signor arciprete. Esclamazioni dolenti di questo, ch’era stato qualche volta ministro delle sue carità segrete. Anche ora gli voleva affidare un simile incarico; le occorreva essere informata, consigliata. L’arciprete si struggeva in ringraziamenti a nome de’ suoi poveri. Egli sperava poi sempre nell’appoggio del signor senatore in una certa questione che aveva col demanio. La baronessa gli fece intendere che suo marito non poteva molto, ma che ella aveva mezzi validissimi di aiutarlo, e lo pregò sorridendo, nel congedarsi, di voler benedire gli erbaggi anche a coloro che si proponessero di votare per Daniele Cortis. L’arciprete diventò rosso rosso, protestò di