Pagina:Daniele Cortis (Fogazzaro).djvu/353


occulto dramma 343


«Che discorsi!» brontolò la contessa Tarquinia.

«Non è vero, don Bortolo?» ribattè Lao.

«Cosa, signore?

«Che quando un prete è innamorato, è furioso?

«Tre assi, conte!» rispose il cappellano continuando a giuocare. «Can da toro d’un conte! Tre assi, tre assi.

L’altro si volse ad Elena.

«Dimmi, cara te, se uno che ama ed è riamato sul serio pianterà mai l’amica per cedere ad un altro sentimento qualsiasi, a un dovere immaginario come quello lì? Che amore vuoi che sia? Se è amor vero, neanche il codice gli ha da resistere!

«Oh!» fece Cortis, e voleva continuare, ma Lao gli ruppe la parola in bocca.

«Non fatemi teorie!» diss’egli. «Son vecchio e conosco il mondo. Cosa mi venite a contare? Non credo a certi eroismi. Storie! Sono poi anche eroismi balordi. Di tre persone ne potrebbero star bene due. Signor no, bisogna che l’eroe, questo imbecille, si sacrifichi per farle star male tutt’e tre; perchè vi domando io, se non starà male l’amante, se non starà male la moglie e se non starà male anche il marito. Son cose contro natura che non possono riuscire a bene. Ma diavolo!

Elena disse allora con una voce strana, diversa dalla sua solita:

«Si deve guardare, prima di fare il proprio dovere, cosa ne seguirà, chi sarà contento e chi non sarà contento?

«Molto, molto si deve guardare in questo genere d’affari» rispose Lao.

«Che lievito di canaglia che hai!» disse Cortis, ridendo.