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occulto dramma 333


ella sottovoce, ma pur pronunciando le parole, «partirò, partirò, debbo partire.» E soddisfatta così la coscienza, subito ritornava a quelle immaginazioni, parendole di poter accontentare almeno la fantasia, per un momento.

«Contessina!» le gridò la cameriera da un balcone. «Non stia a quel vento!

Ella trasalì come se avessero sorpreso il suo segreto, si alzò e andò a rifugiarsi nel piccolo gabinetto, dove almeno occhi indiscreti non arrivavano.

Il volume delle Mémoires era lì aperto sul tavolino come ve lo aveva lasciato Cortis. Elena lo prese. Ancora, ancora quella pagina, quelle parole: «jamais ternie». Non ne poteva staccar gli occhi, e pareva che venissero a lei, proprio a lei, quelle parole, e nel momento opportuno; se ne difendeva, si diceva che la sua volontà non aveva peccato; solo la fantasia. Non v’era ancora una macchia, una sola piccola macchia sulla sua vita! Poi andò avanti a leggere quasi inconsciamente, si fermò su queste altre parole:

«Depuis t’avoir vu, mon coeur s’est relevé vers Dieu, et je l’ai placé tout entier au pied de la croix, sa seule et véritable place.»

Un gran silenzio si fece nell’anima sua, un lungo silenzio di ogni pensiero e di ogni sentimento. Pensò poi che avrebbe desiderato anche lei di poter adorare la croce così. Riprese il libro e la lettura:

«Il n’est rien tel, mon ami, que l’idée de la mort pour nous débarrasser de l’avenir.

Si fermò anche qui.