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CAPITOLO XV.
Il segreto della signora Cortis
L’avvocato Boglietti andò a casa Cortis alle dodici e un quarto, e fu fatto entrare dal domestico nello studio con l’ossequiosa preghiera di volervi aspettare un momento il signor padrone che sarebbe venuto subito. Cinque minuti dopo vi entrò la signora Cortis, tutta sorpresa di questo ritardo del deputato suo figlio, tutta dolente che il signore dovesse aspettare.
Il signore, un po’ sbalordito da quella figura e da quella eloquenza di vecchia ballerina, fece delle proteste cerimoniose.
«Si accomodi» disse la signora, sorridendo sempre.
«Se permette...
Si accomodò anche lei, per non lasciarlo solo. L’altro, poco disposto a questo colloquio inatteso, voleva scusarsi, ma le sue parole confuse, trovando sempre quel sorriso melato, vennero meno.
«Il deputato mio figlio» replicò la signora «è tanto occupato. Bisogna ch’ella scusi.
«Oh» rispose l’avvocato «lo so bene. Anzi» soggiunse «devo congratularmi con la signora, poichè sento ch’è sua madre...
La signora giunse le mani e alzò gli occhi al cielo.
«Sì, sì» diss’ella, «una madre felice! Nessuno può saper quanto!