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» Racconterò il fatto come passò: se non l’ho detto l’altra volta fu perch’ero stanca del corpo, esanime per le ferite. Or dirò, per la verità, che avendo quella Catterina fatta andar in collera suor Degnamerita ch’era la carissima di suor Virginia, questa, per risentimento la fece metter prigione; per il che la Catterina si prese a dir male di suor Virginia, di suor Benedetta, e di me intorno a’ particolari dell’Osio, ed in ispezialità che intendeva uscir lei di prigione, e farvi metter noi, palesando ogni cosa. Lo che avendo inteso Giampaolo, che si trovava nel monastero secondo il solito presso suor Virginia, ed intendendo che monsignor Barca stava per venire, e l’avrebbe levata di gastigo, si risolvette di ammazzarla; e, così, a mezzanotte suor Benedetta andò dalla Catterina nella camera ov’era detenuta, e cominciò a parlar seco, poi vi andò suor Virginia, e, dietro lei, io: sopraggiunse Giampaolo, che, avendo un piede di bicocca, da lui tolto nel laboratorio delle monache, dov’era stato messo prima del ritiro, ne diè due o tre colpi nella coppa della Catterina che stava sdrajata su d’un pagliericcio, e così l’ammazzò, che morì subito alla nostra presenza; e, morta, la portassimo nel pollaro, ajutando tutte; e suor Benedetta ed io la drizzassimo in piedi in un cantone, e le appoggiassimo contro de’ legni assai perchè non potesse essere vista: poi l’Osio fece un buco nella muraglia del giardino colla spada, e uscì. La Catterina così morta stette là tutto il giorno seguente: venuta la notte, tornò l’Osio, e coll’ajuto di suor Benedetta, portò il cadavere a casa sua: che cosa n’abbi fatto non so; credo lo tagliasse, e ne mettesse un pezzo qua un pezzo là; la testa, per quanto lui disse, l’aveva gettata in un pozzo fuori di Monza.

Il 12 dicembre suor Benedetta confermò per intero l’esposto da suor Ottavia moribonda nel dì precedente, de-